Se volete leggere la biografia dei Children Of Bodom cercate nel blog CHILDREN OF BODOM - Il fetido alito del mietitore
sabato 30 marzo 2019
CHILDREN OF BODOM (Early Days)
Avete letto il mio articolo sui Children Of Bodom pubblicato qualche giorno fa? Vi piacerebbe vedere i Children Of Bodom quando erano semplici studenti conosciuti con il nome di InertheaD? Ecco a voi le foto
LED ZEPPELIN (Early Days)
Avete letto il mio articolo sui Led Zeppelin pubblicato la volta scorsa? Vi piacerebbe vedere le foto dei vecchi Yardbirds? Se sì,eccole qua
Se volete saperne di più sui Led Zeppelin cercate il mio articolo LED ZEPPELIN - Il dirigibile dell'heavy metal
Se volete saperne di più sui Led Zeppelin cercate il mio articolo LED ZEPPELIN - Il dirigibile dell'heavy metal
venerdì 29 marzo 2019
CHILDREN OF BODOM - Il fetido alito del mietitore
Lago Bodom,circa 22 km da Helsinki
(a pochi km da Espoo).
È il 5 giugno 1960,ed è in questo giorno,in questo luogo che accadde il più oscuro caso di cronaca nera
della storia della Finlandia. Alcuni adolescenti,che avevano organizzato un
campeggio da trascorrere sulle rive del lago,furono trovati brutalmente
massacrati da un misterioso assassino.
Inizialmente,venne accusato il diciottenne Nils Gustafsson unico
superstite del quartetto scagionato nel 2005 grazie ad alcune prove che
confermarono la sua innocenza.
Qualche tempo più tardi l’arresto di Gustafsson,fu diffusa la notizia di
una lettera scritta dal proprietario di un chiosco vicino al lago di Bodom che
ammetteva di essere l’autore della strage giustificando così la sua scelta di
suicidarsi (nonostante fu poi provato che avesse un’alibi,in quanto l’uomo era
con la moglie nella presunta ora in cui si consumò la carneficina). Ancor più
tardi,un uomo dei servizi segreti tedeschi ammise in un’intervista di essere l’autore
del plurimo omicidio ma non arrivarono mai prove agli investigatori finlandesi
che potessero portarlo a vivere un’esperienza “a tu per tu” con un
giudice.
Ancora oggi il caso rimane aperto negli archivi delle autorità statali
della Finlandia e il mistero che aleggia attorno al massacro alimenta molte
leggende sul lago,il più delle volte gonfiate (come le storie che vorrebbero
che le rive del lago siano abitate da spiriti,folletti e Dio sa il cazzo cosa)
per attirare turisti e curiosi che tentano di sperimentare qualche brivido
campeggiando in un luogo dove il confine fra luce ed ombra resta
sottilissimo.
Espoo,1993,33
anni dal massacro. Un giovane teenager,autentico prodigio della chitarra
elettrica e superbo genio della musica si diverte a affinare le sue doti
musicali in un gruppo di alcuni amici del conservatorio per poi annunciare la
sua dipartita subito dopo. Insieme al batterista Jaska W. Raatikainen,Alexi
Laiho,diede vita agli InertheaD,gruppo death metal influenzato dallo stile di
casa Entombed ed Obituary. L’entrata del bassista Samuli Miettinen permise di
registrare il primo demo degli InertheaD con il nome di Implosion Of Heaven pubblicato nell’agosto 1993.
Nel 1995,Miettinen lasciò
la band e il suo posto fu preso da Henkka Seppala,vecchio amico d’infanzia di
Laiho e Raatikainen;mentre questo ultimo ingaggiò Alexander Kuoppala come
secondo chitarrista e Jani Pirisjoki alle tastiere che modificarono lo stile
degli InertheaD,ascoltabile nel loro secondo demo. Con questa formazione gli
InertheaD pubblicarono Shining nel
1996,demo che gli assicurò la partecipazione ad alcuni concerti underground. In
questo periodo Pirisjoki lasciò la band e Alexi assunse il talentuoso pianista
Janne Wirman,la cui bravura assicurò il futuro successo della band. Nel 1997,un’emergente
etichetta belga,commissionò gli Inerthead per la registrazione del loro primo
full-length quando la Spinefarm Records contattò il gruppo assicurando un
contratto e l’uscita del disco all’interno dei confini della loro madrepatria.
Gli Inerthead dichiararono allora lo scioglimento per svincolarsi dal contratto
dell’etichetta belga e risorsero sotto il nome di Children Of Bodom (nome
ispirato ai tragici fatti accaduti sul lago Bodom quasi 40 anni addietro): il
lugubre canto di quelle povere anime perdute era finalmente pronto ad essere
ascoltato e il Cupo Mietitore fece la sua macabra comparsa sui palchi heavy
metal di tutto il mondo.
LA MORTE SI FA STRADA FRA I VIVENTI: SOMETHING WILD
Consegnate le dimissioni con l’etichetta
che stava finanziando le spese del loro primo full-length,i Children Of
Bodom,nelle mani della Spinefarm Records,entrarono in sala di registrazione per
produrre l’album Something Wild,primo
successo commerciale della band finlandese. Il CD,uscito nel 1997,presenta
sonorità neomelodiche ispirate agli spartiti della musica classica che
accompagnano e sostengono le sonorità vagamente black metal e power metal che
producono il sound dei Children Of Bodom,un melodic-death metal particolarmente
ricco di virtuosismo ed originalità. I riff taglienti e i velocissimi assoli di
Alexi Laiho uniti alla grande fantasia musicale della tastiera di Janne Wirman
sono un’accoppiata perfetta che sprigiona una musica che rende rilevante gli
anni passati fra le aule del conservatorio e fanno da “contorno” al cantato
scellerato e mortifero di Laiho. I pezzi Deadnight
Warrior,Lake Bodom e Touch Like An Angel Of Death diventano
delle vere pietre miliari proposte in tutti i loro concerti.
Il disco fu presentato per la prima volta ad Helsinki mentre suonavano
da spalla ai Dimmu Borgir e il concerto li rese noti alla Nuclear Blast che
distribuì le copie del disco in tutta Europa.
La band partì così per un tour che portò il nome della band – quel nome
ispirato al più sanguinoso e famigerato massacro finlandese – a essere scritto
sui flyer dei concerti metal organizzati in Europa urlando il dolore di
quegli spiriti dannati delle vittime del
lago Bodom verso una scalata che stava diventando inarrestabile.
IL LAMENTO DEGLI SPETTRI DI BODOM RISUONA NELLA NOTTE: HATEBREEDER,FOLLOW THE REAPER E HATECREW
DEATHROLL
Il successo planetario ottenuto con Something Wild incoraggiò i Children Of
Bodom a rientrare in studio nel 1999 sfornando Hatebreeder,album considerato il capolavoro della band. I concetti
dell’album precedente vengono accantonati per lasciare spazio a influenze più
classiche come Mozart;sostituendo quelle di Yngwee Malmsteen che avevano
contribuito alla composizione delle canzoni di Something Wild.
L’estro musicale
dei Children Of Bodom è portato ai massimi dell’ispirazione captabile nelle
rasoiate di chitarra udibili in canzoni come Warheart,Silent Night,Bodom
Night,Children Of Bodom e la
famosissima Downfall. Hatebreeder registrò vendite talmente
alte da permettere ai Children Of Bodom
di imbarcarsi in un tour mondiale con i Sinergy e gli In Flames estesosi
fino in Estremo Oriente dove registrarono il live Tokyo Warhearts. Il tour si
concluse nel migliore dei modi,facendo incassare alla band non solo soldi,ma
anche la soddisfazione che i loro fan stavano regalando al gruppo finlandese
con il loro supporto,facendone una band di riferimento del melodic-death
metal.
Carichi di
euforia e ormai sulla cresta dell’onda,tornarono negli studi di registrazione
(negli Abyss di Peter Tägtgren degli Hypocrisy) e nel tardo 2001,le note ed il
sudore della band diedero vita a Follow
The Reaper, album con sonorità più oscure ma allo stesso tempo più pulite
dove la chitarra di Alexi Laiho,che qui risulta non solo iperveloce come nei
lavori precedenti,raggiunge i massimi livelli di tecnica ed inventiva,con
assoli che si trovano a competere con l’originalità della tastiera di Janne
Wirman che riceve enorme spazio intingendo l’album di spettacolari influenze
power metal. Colpiscono in particolare canzoni come Bodom After Midnight,Everytime
I Die,Kissing The Shadows e Hate Me!;il successo perciò non si fece
attendere e i Children Of Bodom si reimbarcarono in un nuovo tour mondiale per
presentare il disco sui palchi davanti ai migliaia di fan devoti all’originalità
e superba complessità musicale proposta dal gruppo.
Il
ritorno in patria non fu visto come una scusa per permettersi di riposare;ma
rientrati in studio,i Children Of Bodom sono nuovamente riuniti per registrare Hatecrew Deathroll,un disco dove
predomina molto la chitarra di Alexi Laiho con canzoni ricche di influenze
neoclassiche e power metal come Needled
24/7, Sixpounder e Angels Don’t Kill che rendono l’album leggermente
più “soft” rispetto ai precedenti.
Al
termine delle registrazioni dell’album,poco prima di partire per la
tournée,Kuoppala lasciò la band e fu sostituito da Roope Rotvala,chitarrista
dei Sinergy e istruttore di chitarra di Alexi Laiho durante la sua giovinezza.
I Children Of Bodom partirono in tour insieme al loro nuovo membro e la falce
di Roy (la mascotte della band) tornò ad essere agitata sopra le teste dei fan
della band sparsi in tutto il mondo.
ARE YOU DEAD YET? E BLOODDRUNK: UNA
LEGGERA SVOLTA ALLA MUSICA DEI CHILDREN OF BODOM
Terminati i concerti,i Children Of
Bodom tornarono in patria registrando l’EP Trashed,Lost
& Strongout come anticipo in attesa del nuovo album.
Nel tardo 2005 uscì Are You Dead
Yet?,album con riff di chitarra pesanti ma molto semplici con uno stile fra
il groove e il thrash metal mai utilizzati nei precedenti lavori e ben lontano
dal mix letale di death e black che conoscevano gli ascoltatori della band
finnica.
Nonostante fece storcere il naso alle cerchie di fan più oltranziste,il
disco registrò vendite notevoli e le canzoni Are You Dead Yet?,In Your
Face,Living Dead Beat e Trashed,Lost & Strongout furono
suonate in tutto il mondo;fino ad approdare nella vicina Svezia per esibirsi al
famoso concerto Stockholm Knockout Live:
Chaos Ridden Years Nello
stesso anno furono “arruolati” insieme agli Slayer ed ai Lamb Of God per unirsi
sugli stage nell’Unholy Alliance Tour,che li vide impegnati in sede live fino
al 2007.
Nel 2008
tornarono a comporre in sala prove per registrare Blooddrunk,sesto successo del quintetto finlandese. L’album si
presenta marcio,tetro ed oscuro con riff di chitarra tendenti verso il thrash
che ricordano molto lo stile di Hatecrew
Deathroll. Con questo disco,i Children Of Bodom s’imbarcarono nel Gigantour
assieme ai Megadeth,agli In Flames ed ai Job For A Cowboy per presentare l’album
con pezzi quali Blooddrunk,Hellhound On My Trail,Banned From Heaven e la versione
riarrangiata di Tie My Rope,un
vecchio successo del gruppo.
I Children Of Bodom sono ormai
musicisti affermati e concluso il Gigantour ripartirono nuovamente in tournée
che li vide non solo di spalla a gruppi come Slipknot,ma anche da headliner
supportati da band come i Cannibal Corpse.
Il gruppo arrivò dunque
insù la vetta e la loro carriera raggiunse il massimo prestigio con le urla
delle vittime di Bodom che echeggiavano nelle orecchie dei metallari di tutto
il globo sempre presenti con le corna in aria a regalare onori e gloria al
quintetto di Helsinki,ormai palesemente inseriti nella lista dei “mostri sacri”
dell’heavy metal.
SKELETONS IN THE CLOSET ED ULTIMI LAVORI
Concluso il tour per presentare Blooddrunk,i Children Of Bodom composero
Skeletons In The Closet,album di
cover di band come Iron Maiden,Ozzy Osbourne e Slayer riarrangiate secondo lo
stile melodic-death metal della band finlandese.
Il
2011 li vide successivamente impegnati nella composizione di Relentless Reckless Forever indubbiamente
diverso da tutti i precedenti lavori compiuti: lo stile risulta molto più “lento”
e semplice e – per la prima volta! – non è presente alcuna canzone che fa
riferimento alle vicende accadute sul lago Bodom.
Nel 2013 ritornarono in
studio per produrre Halo Of Blood,disco
più snobbato dai fan;in cui,in effetti,si può notare un notevole calo dell’inventiva
della band che sembrava ormai incapace di sfornare album del calibro di Hatebreeder e Follow The Reaper.
Vi è un leggero recupero nel 2015 con l’uscita
di I Worship Chaos a cui seguì un
tour e un breve periodo di riposo fino a quando non annunciano la dipartita di
Rotvala e ritornare sotto i riflettori con Hexed
nel 2019. Se mi è concesso un
parere personale,i nuovi lavori dei Children Of Bodom non risultano più
coerenti con il repertorio caratteristico della loro discografia e dubito molto
che riusciranno a produrre nuovi album con la stessa tecnica e velocità che li
portò al successo nel ’97;ma in fondo non dobbiamo essere troppo severi nel
criticarli: i primi sei album sono un concentrato di fantasiosa maestria
musicale frutto dell’intenso studio sui banchi del conservatorio e se oggi le
vittime di quello spaventoso massacro che inzaccherò le cronache delle pagine
dei giornali finlandesi sono ricordate lo dobbiamo solo a loro. Le grida delle
loro anime sono finalmente state ascoltate!
LINE-UP
Alexi "Wildchild" Laiho - voce e chitarra
Daniel Freyberg - chitarra ritmica
Henkka "Blacksmith" Seppala - basso
Jaska W. Raatikainen - batteria
Janne Wirman - tastiere
DISCOGRAFIA
Something Wild - 1997
Hatebreeder - 1999
Follow The Reaper - 2001
Hatecrew Deathroll - 2003
Are You Dead Yet? - 2005
Blooddrunk - 2008
Relentless Reckless Forever - 2011
Halo Of Blood - 2013
I Worship Chaos - 2015
Hexed - 2019
FONTI
G. Della Cioppa Heavy metal. I contemporanei - Ed. Giunti
www.wikipedia.it
mercoledì 13 marzo 2019
LED ZEPPELIN - Il dirigibile dell'heavy metal
Sicuramente molti si chiederanno la
data precisa della nascita dell’heavy metal. Davvero una bella domanda! Si sa
che s’iniziò a parlare di metal negli anni ’60 ca. quando molte band decisero
di dare un tocco più grezzo alle note del jazz,del blues e del rock;con un
conseguente “indurimento musicale” che si consolidò fino ad essere classificato
come un genere a sé stante. Ma chiedere fra quali delle tante band avesse dato il
principio base per questa musica e in che periodo equivale a cercare una
chimera. Ciò che è probabile,è il fatto che i primi a dare una notevole spinta
alla nascita del genere furono i britannici Led Zeppelin con i meravigliosi e
veloci assoli di Jimmy Page e la potente e martellante batteria di John
Bonham. Jimmy
Page era già noto in ambito musicale per aver suonato con gli Yardbirds nel
1966 come bassista diventando successivamente chitarrista solista al fianco di
Jeff Beck. Nello stesso anno Beck abbandonò gli Yardbirds e Page propose di
formare una band insieme al bassista John Entwistle e il batterista Keith Moon
degli Who con i quali incise la prima canzone (non avevano ancora un nome) Beck’s Bolero,insieme al tastierista
John Paul Jones che sarebbe poi diventato membro fisso della band. Esordirono
dal vivo nel 1968 e in quest’occasione,Page apprese di un cantante di
Birmingham che cercava un ingaggio: Robert Plant accettò di buon grado ad
entrare nella band e suggerì John Bonham come batterista già conosciuto in una
precedente esperienza musicale. I
New Yardbirds registrarono Three Week
Hero e nel 1968 partirono per un minitour in Scandinavia dove decisero di
cambiare il nome in Led Zeppelin dalla famosa azienda di dirigibili tedeschi fondata nel 1908. Nel 1968 nacque così quella che molti
ricorderanno come la prima heavy metal band della storia.
LA NASCITA DI UN MITO: LED
ZEPPELIN I
Peter Grant,ex collaboratore dei
primi Yardbirds e produttore musicale riuscì ad ottenere per i Led Zeppelin,un
contratto con la Atlantic Records di 200mila dollari che diede alla band la
possibilità di intraprendere un tour negli USA. Di ritorno dagli Stati Uniti,i
Led Zeppelin si riunirono negli Olympic Studios di Londra per registrare Led Zeppelin I,album che in soli due
mesi riuscì a raggiungere la top-10 della classifica Billboard 200 ricevendo il disco d’oro nel 1969. Led Zeppelin I segnò una svolta
significativa nell’evoluzione dell’hard rock nella nascente musica heavy metal:
l’album inizia con un pezzo alquanto rude,Good
Times,Bad Times per poi districarsi in canzoni più leggere come You Shook Me e Dazed And Confused che racchiudono le ritmiche blues che hanno
influenzato i Led Zeppelin. Jimmy Page riuscì a conferire all’album un tipo di sound decisamente “ambientale”:
forgiato dalle sue esperienze come turnista in studio,Page produsse una sorta
di “live in sala di registrazione” che diede un suono decisamente
caratteristico alla musica dei Led Zeppelin. Come precisato,Led Zeppelin I,fu un successo immediato
che lanciò i Led Zeppelin verso un tour che li terrà impegnati,oltre che nelle
loro esibizioni,nella scrittura del loro successivo successo commerciale.
IL DIRIGIBILE PROSEGUE IL SUO VOLO: II E III
Sull’onda del loro primo
successo,nel 1969,i Led Zeppelin pubblicarono Led Zeppelin II,album in cui il gruppo sviluppò in maniera più
esplicita le musicalità hard rock. L’album si apre con un aggressivo riff di
chitarra in Whole Lotta Love molto
simile ai riff di Willie Dixon e Howlin’ Wolf che portò la critica ad accusare
di plagio i Led Zeppelin,se non fosse stata per la forza dirompente dell’album che
travolse i rocker di allora riuscendo a superare le accuse della critica. Segue
una ballad alquanto tranquilla,What Is
And What Should Never Be per poi tornare sulla ferocia di The Lemon Song in cui si può sentire il
famoso e lunghissimo assolo di basso di John Paul Jones;mentre Moby Dick lascia spazio ad uno
stupefacente assolo di batteria da parte di John Bonham che nei concerti veniva
dilatato per quasi mezz’ora. Nonostante il disco fosse
stato composto in fretta mentre la band era in tour per la presentazione del
primo lavoro;Led Zeppelin II si
rivelò ugualmente un successo che costrinse i Led Zeppelin a raddoppiare le
date del loro tour. Finito il tour,i Led Zeppelin si presero un periodo di
riposo in una piccola località del Galles,a Bron-Yr-Aur,dove trascorsero le
loro giornate a bere birra ed a suonare. Conclusasi la vacanza,nel 1969 si
assistette all’uscita di Led Zeppelin III,full-length
che contiene la meravigliosa Immigrant
Song e Since I’ve Been Loving You,oltre
a numerosi pezzi composti durante il loro soggiorno nel Galles come Bron-Yr-Aur Stomp. Fu in questo periodo
che i Led Zeppelin furono additati seguaci dell’esoterismo a motivo della frase
“fai ciò che vuoi,così potrà essere” scritta su alcuni solchi del vinile;frase
celebre dell’occultista Aleister Crowley,figura di cui Page era ossessionato da
tempo. Questo non fu d’ostacolo al lancio del disco che ricevette onori ben
maggiori dei lavori precedenti catapultando la band in un nuovo tour mondiale
dove schiere di fan affollarono stadi e arene,rapiti dalle note dell’hard rock
che iniziava a diventare sempre più popolare. Il nome della band acquisiva
sempre più notorietà e il quartetto musicale britannico era ormai diventato
emblematico nel giro della musica rock;inoltre,come se non fossero ancora
contenti dei loro tre successi planetari,nel 1971 Led Zeppelin IV,capolavoro della band,si ritrovò sugli scaffali di
tutti i negozi di CD del globo.
LED ZEPPELIN IV: IL CD “BATTESIMO DEL ROCK”
Con tre album che contribuirono significativamente
alla storia della musica e impregnati di un virtuosismo e fantasia fuori dai
normali canoni per ogni musicista,nessuno si sarebbe mai aspettato che i Led
Zeppelin potessero ritornare in studio e dare vita ad un nuovo album composto
da note ognuna delle quali evocatrice di quella magia che contraddistingue il
genere rock da tutti gli altri. Il 1971 fu l’anno in cui incisero il loro
quarto lavoro in studio. La continua ricerca della perfezione musicale spinse i
Led Zeppelin a concentrarsi sulla composizione delle canzoni senza preoccuparsi
d’altro;motivo per cui il disco non presentò un nome ufficiale (verrà indicato
poi come Led Zeppelin IV dalle masse) e il lavoro svolto diede i suoi frutti: le
influenze folk-celtiche predominanti in Led
Zeppelin III mischiate all’hard rock contribuirono a creare il mito attorno
al gruppo. I famosi pezzi come Rock ‘n’
Roll,Black Dog,l’evocativa The Battle Of Evermore e la profonda e
toccante Stairway To Heaven fecero di
questo album un nuovo successo planetario e le vendite ricevettero introiti
milionari,diventando l’album più venduto della storia del rock. Come precisato,l’album uscì
senza un nome ufficiale,fu allora che l’Atlantic Records richiese che almeno i
musicisti adottassero un simbolo che li rappresentasse e che comparisse in
copertina: Page scelse un simbolo che ricordava vagamente la scritta ZoSo,Robert Plant una piuma racchiusa in
un cerchio,John Paul Jones un cerchio con tre punte e John Bonham tre cerchi
intrecciati. Conseguentemente al successo dell’album,la tournée che ne seguì fu
di altrettante proporzioni epiche toccando per otto volte i cinque continenti
inserendo nuove tappe che fecero approdare la band in Australia ed in Italia
per la prima volta. Questo album è autentico punto di riferimento per tutti i
fan del rock ‘n’ roll: la magia e l’innovazione musicale che presenta lo
rendono unico anche per il suo genere;le canzoni Black Dog e Stairway To
Heaven vengono trasmesse anche nelle stazioni radio più commerciali,mentre
nel complesso si può assumere che i Led Zeppelin abbiano toccato nuove vette
musicali prossime all’Onnipotenza Divina riuscendo nell’intento di realizzare
non solo il primo vero e proprio album rock/metal della storia ma di crescere
come musicisti innovando e migliorando il loro sound “affiancando” la musica
blues e jazz nelle loro canzoni dando vita ad un genere del tutto diverso dagli
altri mai ascoltato fino ad ora. Ancora oggi,il quarto lavoro dei Led Zeppelin è considerato uno dei dischi
più importanti della scena rock mondiale.
HOUSES OF THE HOLY,PHYSICAL GRAFFITI,SUCCESSIVI
LAVORI E MORTE DI JOHN BONHAM
Terminato il tour che aveva fatto
dei Led Zeppelin vere e proprie rockstar riconosciute a livello
internazionale,il gruppo tornò in studio per incidere l’attesissimo quinto
album. Nel 1973 uscì Houses Of The Holy,disco
che si attirò critiche molto discordanti: una fetta dei fan rimase dell’idea su
un nuovo capolavoro della band in commercio,un’altra parte parlò di un
esaurimento della vena artistica dei Led Zeppelin. Ciò che è certo,è sentire
tutto il talento di John Paul Jones emergere in questo disco finora eclissato
dai suoi compagni di band. L’album presenta brani rock come The Song Remains The Same e Over The Hills And Far Away,brani d’atmosfera in cui predominano le tastiere (la
triste The Rain Song e l’oscura No Quarter) e brani con sonorità più
orientate verso il reggae ed il funky,che rendono questo album il più “solare”
ed il più ricco della carriera dei Led Zeppelin. Anche Houses Of The Holy si rivelò un successo e fu seguito da un nuovo
tour in giro per il mondo. A fine tournée decisero di prendersi un periodo di
riposo fino al 1975,quando tornarono sotto i riflettori con Physical Graffiti,il primo album doppio
del complesso. Physical Graffiti è un
album che fa emergere una perfetta sintonia fra tutti i membri del
gruppo,sorretta da una varietà musicale che si lascia apprezzare per tutta la
sua durata,con la batteria di John Bonham mai suonata in maniera così brutale e
la voce di Robert Plant che continua a far impallidire per la sua forza e
modularità. Il disco contiene vecchi pezzi scritti per i precedenti lavori ma
mai registrati come Houses Of The Holy
e del tutto inediti come Kashmir. Il
gruppo organizzò così un’altra tournée a bordo dello Starship,loro jet
privato,durante la quale registrarono il tutto esaurito ovunque andassero ad
esibirsi. Purtroppo,il 4 agosto,Plant e la moglie ebbero un grave incidente e i
Led Zeppelin furono costretti ad annullare i loro concerti negli Stati Uniti
mandando in fumo le loro grandi prospettive e incassando un “arresto” alla popolarità
che la band stava conoscendo in quel periodo. Plant,così impossibilitato,tornò a lavorare con i Led Zeppelin solo per
incidere Presence,scabroso disco che
richiamava agli antipodi scritto nel periodo più turbolento della band (Page
era in dipendenza da oppiacei e Plant era in riabilitazione per via del suo
incidente)perciò decisamente lontano dai tempi di Houses Of The Holy. Nonostante Presence
fosse stato nominato disco di platino non riuscì a tenere il passo con i lavori
precedenti,comprensibile d’altra parte con la triste parentesi che i Led
Zeppelin stavano attraversando e lo sfruttamento di tutta la vena creativa
concentrata negli album che permisero di diventare la band icona del rock ‘n’
roll. Nel 1976,i Led Zeppelin pubblicarono The
Song Remains The Same il loro primo live album registrato al Madison Square
Garden di New York durante il tour di Houses
Of The Holy. Il 1979 segnò un ritorno negli studi di registrazione con In Through The Out Door,album che
riflette l’amaro periodo che i Led Zeppelin attraversarono nel 1977 complice la
morte di Karac,figlio di Robert Plant,a causa di un virus intestinale. Ma la
sfortuna non sembrava intenzionata a trascurare i Led Zeppelin: forse perché la
vita rivolle indietro il suo credito per i grandi successi che in quegli anni gli
aveva regalato o forse questa fu una semplice conseguenza per essersi immersi
nelle arti occulte (di cui si riteneva che i Led Zeppelin fossero veri e propri
seguaci) e dunque maledetti;qualunque ne fosse la ragione,un’altra tragedia
attendeva i Led Zeppelin dietro l’angolo. Il 25 luglio 1980,quando sentirono
che era giunto il momento di tornare all’opera,la band si riunì nuovamente in
studio per suonare se non fossero stati costretti a posticipare il tutto a
causa di John Bonham presentatosi alle prove completamente ubriaco. Messo a
dormire in una stanza della casa di Page,fu trovato morto il mattino dopo
soffocato dal suo stesso vomito. Fu il rospo più duro da ingoiare e la band
prese la decisione di chiudere per sempre incapaci di andare avanti senza
Bonham alle percussioni. In futuro,l’unico batterista che gli Zeppelin
ritennero degno di suonare al posto di Bonham fu il figlio di John,Jason,con il
quale incisero un altro album.
IL DOPO BONHAM,CODA,REUNION
E SCIOGLIMENTO DEFINITIVO
Dopo la morte di John Bonham,i Led
Zeppelin presero strade diverse collaborando con diverse band e proseguendo
nelle loro carriere soliste. Nel 1982,poiché erano in debito di un nuovo album
verso la casa discografica incisero Coda
con Jason Bonham (figlio del defunto John) dietro le pelli per partire in un
nuovo tour. Dopodiché fecero nuove apparizioni occasionali senza mai riunirsi
ufficialmente.
Nel 2007
annunciarono una reunion in cui la band prese parte a diversi festival rock
sparsi per il mondo,per poi ritornare in pensione qualche anno più tardi. Ma
anche se i Led Zeppelin sono ormai sciolti,l’impronta che hanno lasciato terrà
sempre vivo il loro ricordo;la loro fama continuerà in eterno sulla scia di
quelle note conservate in quegli album che hanno sprigionato quella strana
magia che ha fatto sognare intere generazioni e ha dato vita ad un genere che
resterà immortale nei cuori di tutti coloro che seguono l’heavy metal con la
giusta dedizione che merita.
LINE UP
Robert Plant - voce
Jimmy Page - chitarra
John Paul Jones - basso
Jason Bonham - batteria
DISCOGRAFIA
Led Zeppelin I (1969)
Led Zeppelin II (1969)Led Zeppelin III (1970)
Led Zeppelin IV (1971)
Houses Of The Holy (1973)
Physical Graffiti (1975)
Presence (1976)
In Through The Out Door (1979)
Coda (1982)
FONTI
L. Signorelli - Heavy metal. I classici - Ed. Giunti
www.wikipedia.it
lunedì 4 marzo 2019
ACRYLATE - Un urlo di rabbia dalla "città dei veleni"
In Calabria,nell’Italia
meridionale,vi è una piccola città fondata dagli antichi coloni Greci in cui
oggi si concentrano molti dei mali peggiori nati dalla mente umana che sono
fonte di numerosi problemi di questo piccolo centro abitato. Disoccupazione,corruzione
e mafia regnano sovrane a discapito di molti onesti cittadini costretti
periodicamente ad emigrare verso lidi più prosperi e vivibili con il fine di
potersi inserire in una società in grado di dargli quelle opportunità che questa
bellissima ma malcurata terra gli ha negato. La città di cui si sta accennando
è Crotone ed è qui che gli Acrylate,una band di giovani ragazzi con la passione
per la musica metal si formarono nell’estate del 2005. Il batterista Luca
Panebianco e il chitarrista e vocalist Massimo Frasca decisero di mettere in
piedi un complesso musicale che potesse dare sfogo e far urlare la loro sete di
giustizia contro le piaghe che imperversano nella loro città utilizzando come
armi potentissimi e velocissimi riff di chitarra accompagnati da rabbiosi blast
beat batteristici che danno vita ad un sound
furioso tipicamente thrash metal. La band,che era inizialmente composta
da cinque componenti,rischiò lo scioglimento in meno di un anno a causa di
varie divergenze all’interno del gruppo,quando Panebianco conobbe Gaetano
Lombardo che s’inserì come bassista fornendo nuovi spunti alla band già dopo le
prime prove in sala di registrazione. Già dopo una settimana dall’ingresso di
Lombardo,la band fece uscire così il suo primo demo e divenne una dei gruppi metal
più apprezzati e conosciuti del panorama calabro.
IL PRIMO GRIDO: SOUNDS
& FURY
Nel 2006 uscì il primo demo
autoprodotto dagli Acrylate. Sounds &
Fury fu un disco caratterizzato da una velocità e potenza fuori dagli
schemi e portò gli Acrylate ad esibirsi al loro primo live al Rockauser di Albi
nella provincia di Catanzaro. L’album è un concept di rabbia gridata contro il
degrado cittadino del piccolo centro calabrese espressa nei pezzi come Sounds & Fury,World Of Lies e Ultras. Il
nome della band iniziò così a girare in lungo ed in largo per la Calabria e sotto questa spinta tornarono a lavorare sul loro secondo demo tape: S.S.: The Killing Road.
ACRYLATE A TUTTA VELOCITÀ: S.S.: THE KILLING ROAD
Superati dunque i problemi di scioglimento e
l’esperienza sui palchi della Calabria,con egual spirito racchiuso nel primo
disco,gli Acrylate incisero S.S.: The
Killing Road nel 2007.
Il CD – quasi ironicamente – presenta canzoni sparate a 200 all’ora come
se volessero tenere testa alla velocità usata dalle auto sulla famigerata strada
statale 106. Eh sì,questo è il tema toccato dall’album: la strada statale 106
che attraversa la zona industriale di Crotone è quasi sempre teatro di numerosissimi
incidenti stradali dovuti alla grave mancanza di manutenzione adeguata e alla
forte incoscienza degli automobilisti che non esitano a percorrere quell’odioso
tratto di strada a grandissime velocità anche in condizioni di scarsa
visibilità. L’album portò gli Acrylate ad imbarcarsi in un nuovo tour anche al
di fuori della Calabria verso tappe come Torino,Bologna,Catania e Taranto dove
numerosi fan del metallo pogarono sulle note di S.S.: The Killing Road,Acrylate,Fight The Pain e Europaradise. Le recensioni sui siti del genere furono estremamente
positive e dal disco fu estrapolato il primo videoclip ufficiale degli
Acrylate,Acrylate che divenne
immancabile a tutti i loro concerti. Nello stesso anno,grazie alla
collaborazione di Antonio Pupa,il pezzo Acrylate
fu inserito (composto in due versioni) nel DVD 2 Of Acrylate,contenente anche il videoclip della canzone più il
“making of” del video.
Chiusa questa parentesi,il 2008 fu l’anno in cui gli Acrylate
ritornarono in sala prove per sfornare il celebre M.A.F.I.A,terzo demo della band.
GLI ACRYLATE CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: M.A.F.I.A.
Non è di certo una novità e
sicuramente lo sanno tutti,ma la ‘ndrangheta è uno dei maggiori cancri che
infetta la Calabria;triste realtà che ha raggiunto ed infettato anche le alte
sfere della politica che governano la Regione. La ‘ndrangheta si rende ogni
anno responsabile di furti,rapine,estorsioni e altri crimini che colpiscono il
territorio calabrese costando all’economia della Regione migliaia di fughe di
capitali. Crotone non è un luogo esente da questa piaga (anzi,forse è la città
presenta il più alto tasso di infiltrazioni mafiose di tutta la Calabria) ed è
su questa scia che gli Acrylate s’ispirarono per incidere M.A.F.I.A.,album di condanna contro le cosche mafiose di Crotone.
La rabbia verso la malavita è facilmente captabile in pezzi quali M.A.F.I.A.,Antology Of Slaughter e Foul
Play che mettono a nudo l’enorme virtuosismo della band,che riprese
nuovamente a toccare le tappe d’Italia per presentare il lavoro svolto.
Dopo un silenzio durato tre anni,gli Acrylate ricevettero l’offerta di
collaborazione con la Alkemist Fanatix Europe con il produttore Frank Andiver
riuscendo così a comporre il loro primo full-length: Chemical Defection,capolavoro del trio crotonese,uscì nel febbraio
del 2011.
CHEMICAL DEFECTION: LA “CITTÀ DEI VELENI”
Nei primi anni ’90,Crotone era
conosciuta per essere il più importante polo industriale calabrese grazie alla
presenza delle fabbriche della Montedison,situate nella zona della Pertusola.
La crisi del settore portò alla chiusura degli stabilimenti nel 1997 lasciando
senza lavoro migliaia di crotonesi che armarono proteste durante quella che
sarà ricordata con il nome di “notte dei fuochi”. I prodotti chimici delle
fabbriche,purtroppo,invece di essere correttamente smaltiti furono “nascosti”
sotto le tante costruzioni di Crotone come case e scuole. Nel 2009 scoppiò lo
scandalo: la scoperta di rifiuti tossici come l’amianto nascosto nelle
strutture crotonesi fece guadagnare alla località il nome di “città dei
veleni”. Ancora oggi,la popolazione continua ad essere vittima dei tumori
causati dalla “spazzatura radioattiva” sulla quale cammina ogni giorno. Sotto
l’etichetta britannica Copro Records e l’etichetta italiana X-treme Rising,gli
Acrylate partorirono Chemical Defection
nel 2011,dopo un estenuante ma intenso lavoro negli studi di registrazione
Zenith Recordings di Lucca. L’album fu
il primo full-length della band crotonese ed è in questo disco che la musica
degli Acrylate raggiunse il suo apice: il disco è sviluppato con un mix letale
di riff ultraveloci e paurosamente tecnici,le corde del basso danzano
freneticamente fra le dita di Lombardo mentre la batteria accompagna il tempo
con ritmi potentissimi e blast-beat senza fine. Il 2011 vede gli Acrylate più
scatenati che mai,pieni di adrenalina dovuta all’eccitazione per il fatto di
suonare il loro primo disco sotto contratto con una casa discografica. Il CD
presenta pezzi presi dai lavori precedenti insieme a “song” inedite come Red Snake,Chemical Defection,Black Fog
e la famosa Evilhand,pezzo
apprezzatissimo da cui è stato tratto un video.
Il disco è una denuncia che racchiude l’indignazione ed il disgusto dei
crotonesi contro la mala gestione dei rifiuti tossici della Montedison. Il 2011
fu un anno in cui gli Acrylate parteciparono in live di ogni parte d’Italia,da
nord a sud,raccogliendo migliaia di recensioni positive in tutte le riviste e
webzine che argomentano metal e portando la fama della band sulla bocca di
tutti. A questo punto,finita la tournée,iniziarono le prime difficoltà per il
gruppo che portò ad un “congelamento” durato fino ad oggi.
ULTIMI ANNI
Chiuso il tour,gli Acrylate si
presero un anno di inattività. Quando nel 2015 decisero di ritornare
all’opera,il batterista Panebianco lasciò la band dopo dieci anni di militanza.
Al suo posto fu preso Ciccio Rumore,già attivo in alcune band dell’underground
crotonese e si aggiunse alla band Pino Ferraro come secondo chitarrista;i cui
assoli che accompagnarono i riff di Frasca diedero vita ad un nuovo rinnovo nella
musica del quartetto. Sotto questa formazione,incisero la canzone Blood Of Christ successivamente proposta
sui palchi italiani. Arrivati a questo punto,il futuro della band resta
incerto: a causa dei problemi legati alla sfera personale dei componenti uniti
allo stantio della scena metal calabrese che non risulta più essere accogliente
e rispettosa come quando la band iniziò il suo percorso musicale;quando i
metallari si riunivano sotto i palchi per supportare e divertirsi
insieme,fermano temporaneamente i progetti del gruppo. Ciononostante,malgrado i
vari problemi,Massimo continua a tenere viva la passione e l’ottimismo che
hanno formato gli Acrylate fin dai primi esordi,pronto a tornare in pista con
la sua band e deciso a far sentire la propria voce di denuncia contro i vari
problemi della sua città sempre più trascurata e abbandonata a sé
stessa,bisognosa di quel riscatto che sembra non arrivare più,costretta a dire
“addio” a migliaia di persone che partono per sfuggire alla sempre più
crescente disoccupazione e degrado sociale;ma con tante di quelle potenzialità
che se correttamente sfruttate,farebbero di Crotone una delle città più ricche
del sud Italia. Il viaggio degli Acrylate,dunque,non termina qua: si spera in
un nuovo progetto in un periodo abbastanza prossimo.
A “TU PER TU” CON MAX FRASCA – Intervista al chitarrista
degli Acrylate
Hail Satan Max! Benvenuto
nel Sabba Maledetto Metal Circle. Gli Acrylate sono uno dei pochi gruppi metal
nella città di Crotone che sono riusciti ad avere un discreto successo sia in
Calabria che nel resto d’Italia. Com’era la scena metal di Crotone quando avete
messo in piedi la band?
Innanzitutto grazie Marco e grazie
al tuo Sabba Maledetto Metal Circle in cui ci dai la possibilità di farci
conoscere e supportare. Noi siamo nati nel 2005 e diciamo che all’epoca la
scena underground metal crotonese era forse più prolifica di adesso,perché in
questo momento band metal crotonesi non ne conosco sinceramente. All’epoca
c’erano quelle quattro-cinque band,oltre alla cover band dei Rammstein.
Poi,purtroppo,a causa dei problemi del meridione (che conosciamo tutti),molti
ragazzi sono partiti… Chi a Bologna,chi a Roma,chi a Milano… E tutte queste
band sono via via sparite tutte quante. Siamo rimasti noi,che,anche se un po’ a
rilento per via dei problemi lavorativi che ci tolgono molte ore giornaliere
per dedicarci alla band,proseguiamo. Mi ricordo dei Red Room… c’erano anche un
gruppo di amici che facevano thrash ma non ricordo bene il nome. Diciamo c’è
stato un po’ di movimento che ora è scomparso. Forse a Catanzaro sembra che
possa essere rimasta ancora qualche band underground. ..uhm… sono rimaste band
che suonavano anche allora,come i Glacial Fear,gli Zora… Catanzaro sembra
resistere a questo “problema di scioglimenti di band”.
Eh già. Manca la voglia e la serietà di suonare questo genere
purtroppo. E come precisato da te prima,chi ha avuto voglia di suonare l’ha
ancora è stato costretto a lasciare Crotone. E non solo per suonare… Ma dimmi..
ho letto sulla vostra biografia che il progetto partì da te e Luca. Ma chi ha
avuto l’idea di preciso?
L’idea di base per far nascere gli
Acrylate è stata di Gianluca Panebianco,ex chitarrista dei Guns ‘n’ Escape (un
altro gruppo crotonese che proponeva un sound fra il metal e l’industrial
finiti anche loro nel dimenticatoio,purtroppo). Come dicevo,lui suonava la
chitarra ed io cantavo con loro fino a quando non si sciolsero. Luca allora mi
disse “Perché non fondare una band thrash metal composta da tre persone? Tu
alla chitarra,io alla batteria e ci troviamo un bassista da inserire.
L’essenziale,insomma”. Inizialmente andavamo in sala prove solo io e lui ed è
in questo periodo che componemmo World Of
Lies contenuta nel demo Sounds &
Fury. Come puoi capire,c’era un feeling pazzesco con Luca e World Of Lies è stato il pezzo
fondamentale che diede vita al progetto. Con calma,poi,abbiamo iniziato a
cercare un bassista: abbiamo organizzato dei provini con alcuni musicisti
crotonesi fin quando Luca non contattò il bassista Gaetano Lombardo dei Mad
Monkey (gruppo dove suonava anche Ciccio Rumore,nostro attuale batterista) e da
allora iniziammo a scrivere i pezzi ed a preparare i vari concerti. Grazie
all’aiuto di alcuni nostri preziosi amici di Catanzaro siamo riusciti a trovare
anche ingaggi in Calabria e pian piano nel resto d’Italia. Ah,una cosa che mi è
venuta in mente adesso: ricordo che avevo anche un’altra band. Era un progetto
a distanza che rispondeva al nome di Wishmaster con Andrea Costa,un musicista
di Torino. Quando capitava che ci incontravamo,suonavamo i pezzi (che scrivevo
io) contenuti in due demo ed in un singolo niente male. Purtroppo,a causa della
distanza,abbandonai i Wishmaster e mi concentrai sugli Acrylate che stavano
iniziando ad acquistare notorietà.
Però… le band non mancavano! Avete avuto varie
esperienze,avete suonato in molte band prima degli Acrylate. Avete anche fatto
live con le precedenti band?
Sì le band c’erano eccome! Nel
2005,2006 e 2007 se ne contavano un bel po’. Luca ha fatto alcuni live con i
Guns ‘n’ Escape;io invece stetti pochissimo con loro e dunque non ebbi la
possibilità. Gaetano fece molti concerti con i Mad Monkey. Io,con i
Wishmaster,rimasi confinato in studio: eravamo solo in due e suonavo il
basso,la chitarra,componevo gli assoli e cantavo mentre Andrea era alla
tastiera più un altro ragazzo dietro le pelli che portava saltuariamente la sua
presenza. È stata comunque un’esperienza molto significativa.
Ho letto che inizialmente eravate in cinque. Chi erano gli
altri membri? Erano di Crotone? Per quale motivo vi riduceste a suonare solo in
tre?
Ah,è vero me n’ero dimenticato! Sono
passati così tanti anni,neanche ci penso. Sì,prima di reclutare Gaetano eravamo
noi e altri tre ragazzi. Eravamo io alla chitarra,Luca alla batteria,Antonio
Astorelli che cantava insieme a me: lui utilizzava uno stile di voce simile a
quello di Phil Anselmo mentre io sono rimasto fedele al mio stile di sempre,in
“scream”. C’erano poi Gaetano Tricoli alla chitarra e al basso… uhm… boh? Non
me lo ricordo. Comunque sì,eravamo in cinque,ma non sembrava che gli altri
ragazzi avessero la stessa voglia mia e di Luca di creare una band in grado di
spaccare con pezzi propri,tant’è che poi abbiamo deciso di rimanere solo con la
chitarra,basso e batteria. Avevamo l’essenziale per fare una band thrash metal
con i controcoglioni e abbiamo detto: “ok,suoniamo noi,spacchiamo tutto e
buonanotte!”
Sempre i soliti problemi anche tanti anni fa,dunque… Come e
quando è nata la tua passione per il metal e la tua voglia di suonare? Il
progetto Acrylate sembra una sorta di denuncia verso le varie “pestilenze” che
imperversano a Crotone (eh sì,ve ne sono molti): era già questo l’obiettivo
iniziale della band?
Io ho iniziato ad ascoltare metal
verso il 1989/1990 e due-tre anni dopo ho iniziato a “strimpellare” la mia
prima chitarra nel gruppo con i miei fratelli e poi con un gruppo un po’ più
“serio”,i Dragons in cui suonavamo cover e pezzi nostri con cui abbiamo fatto
un inedito nel 1996,mi sembra. Poi mi sono trasferito a Crotone e ho dovuto
lasciare il gruppo. Per quanto riguarda i testi degli Acrylate abbiamo subito
voluto dei testi un po’ diversi dal solito che denunciassero lo stato crotonese
e della Calabria e non solo: abbiamo toccato anche molti eventi sociali che
accadono quotidianamente. Per esempio,in Foul
Play abbiamo parlato della strage di Erba,di Olindo Romani Rosa Bazzi anche se comunque la maggior parte
dei nostri testi argomenta quasi sempre temi sociali crotonesi,come il caso
delle “Black Mountains” o l’inchiesta che fece Bruni sulle scorie chimiche
radioattive vicino la Pertusola (infatti Black
Fog parla proprio di questo). Si è parlato anche dei tragici incidenti
sulla strada statale 106… Anche per i pezzi futuri che stiamo iniziando a
lavorare le tematiche saranno le stesse.
I Dragons? Mi ricordo che avevo visto una vostra cassettina
sul tuo profilo Facebook: che genere suonavate?
Facevamo una sorta di heavy metal
italiano. Il cantato era bruttissimo (ride,nda),ero alla mia prima esperienza
come cantante. Facevamo comunque pezzi inediti molto maideniani (infatti si può
sentire di molto l’influenza). Poi ci siamo evoluti verso il genere che sapete.
Mi pare che con gli Acrylate suonasti per la prima volta al
Rockauser di Catanzaro: come fu la prima esperienza? Che impressione si fece il
pubblico di voi,secondo te?
Sì,fu la prima audizione dal vivo
degli Acrylate. È stata una bella esperienza! Il pubblico? Beh,non c’era
tantissima gente… Ricordo che comunque c’erano famiglie con bambini che erano
venuti a sorbirsi un bel po’ di Thrash metal!!! Mi consola il fatto che
comunque quella sera conoscemmo gli Zora ed i Land Of Hate da cui è nata
un’amicizia molto profonda. L’esperienza è stata molto significativa perché
abbiamo rotto il ghiaccio e siamo stati notati da molti “professionisti” del
settore. Da lì abbiamo iniziato a fare altri concerti,a condividere serate con
i Land Of Hate e con gli Zora… Insomma c’era movimento: mi ricordo anche di una
serata fatta con… mhmm… ah sì,i Carnal Gore anche loro di Catanzaro.
Nell’album S.S.: The
Killing Road avete estrapolato anche il
video di Acrylate. Perché proprio
quella?
Perché è quella che più ci
rappresenta a livello musicale… l’omonima canzone Acrylate… Insomma,è quella che più ci appartiene! E poi Acrylate ha un impatto live davvero
impressionante!!!
Concordo sull’impatto live che ha Acrylate.Ora tocchiamo
il tasto Chemical Defection,vostro
primo full length che rende i metallari crotonesi davvero orgogliosi di voi.
Raccontaci un pochettino della vostra esperienza nel registrare il vostro disco
negli studi di Lucca e di come è stato registrare il primo album sotto
contratto con una casa discografica.
Questo è un bel racconto al 90%.
Be,si realizzava un sogno: per un gruppo underground,partire per registrare il
suo primo full length negli studi Lucca fu un ottimo traguardo. Lavoravamo in
sala prove anche otto ore al giorno e il resto lo passavamo in una casa presa
in affitto a Lucca. Siamo stati là un mese: prima eravamo in tre,poi Luca è
tornato a Crotone per motivi di lavoro dopo aver registrato le parti di
batteria. Così rimasi con Gaetano. Ci svegliavamo la mattina e andavamo a
provare in studio,facevamo qualche pausa quasi sempre solo per mangiare per poi
tornare in sala prove e ritornare a casa ad ascoltare i pezzi fatti durante il
giorno. Insomma,un’esperienza da togliere il fiato! Vivevamo in una mansarda
sopra una villetta con una piscina. Il prezzo fu alquanto onesto. Nulla,ogni
tanto ci prendevamo un po’ di relax facendoci il bagno in piscina (a
settembre!) e ci sono stati anche tanti altri piccoli aneddoti che resero
questo viaggio fantastico. Per esempio,quando io e Gaetano uscivamo il sabato
sera,tornavamo la domenica mattina e ci facevamo le lasagne a colazione
(ride,nda);ricordo anche che non comprammo neanche una bottiglia d’acqua perché
per un mese andammo avanti solo con bevande alcoliche… Ah,quando andavamo a
fare la spesa,dovevamo andare ad un supermercato che stava a 4 km dalla nostra
residenza in bicicletta. Immaginatelo: facevamo anche il ritorno in bicicletta
con addosso un borsone pieno di bevande alcoliche! Abbiamo fatto veramente
schifo! Tutto sommato è stato un ricordo piacevole. La nota dolente è stata
quando è iniziata la distribuzione dell’album poiché la casa discografica con
cui eravamo in parola dichiarò fallimento e ci trovammo con nulla in mano con
tantissime opportunità ma dovevamo cacciare molti soldi di tasca nostra e
dovemmo rinunciare così alla tournée in Regno Unito che avevamo programmato.
Eravamo ormai senza risorse economiche. La X-treme Risinig fallì e ci trovammo
un album in mano e molte delusioni ma non per questo ci buttammo giù:
autopromuovemmo il nostro album facendo tappe a Torino,Crotone,Bologna e
Catania. Ci rimane comunque tantissima soddisfazione anche per molte recensioni positive che se vai a
vedere hanno assegnato all’album un punteggio dal 7 in su.
Mi ricordo: fu proprio in occasione di Chemical Defection che
io vi vidi per la prima volta. È un album che secondo me le azzecca tutte:
tecnica,virtuosismo e sound puramente thrash metal! È stato un vero peccato che
le cose non andarono come avevate sperato.Se non sbaglio il disco fu poi mixato
anche in Finlandia… vero? Nello studio dove di solito provano i Children Of
Bodom,credo…
Grazie per i complimenti Sabba. Il
mastering lo abbiamo fatto nei Feeling Focus Studios in Finlandia,dove registrano
e fanno il mastering i Children Of Bodom e gli Amon Amarth… Fu davvero una
svenata ma c’è la soddisfazione nell’avere fatto un mastering in questi studios
di così alto livello con strumentazioni davvero costosissime e l’impatto nel
disco cambia molto.
È stato un vero passo avanti per gli Acrylate! Qual è la che
ti rende più soddisfatto di questo disco? E la cosa che invece vorresti rifare
se potresti tornare indietro?
Diciamo che del disco,tutto mi rende
soddisfatto,sono contento al 100% del lavoro svolto. Forse,la cosa che rifareri
se potessi tornare indietro… beh…vorrei fare il tour in Inghilterra,quella
sarebbe stata una bella esperienza…se potessi tornare indietro cercherei in
tutti i modi di poterlo fare. Be,però potrebbe anche succedere in futuro. Chi
lo sa? Vedremo
…e soprattutto molto produttivo per la band! Purtroppo Crotone non è una città che da spazio a chi
suona metal e da altre parti ricevereste molte più gratificazioni che vi
dovreste meritare. Beh. Molti sono curiosi di sapere del futuro degli Acrylate.
Ma prima: dopo le tappe per presentare Chemical
Defection so che c’è stata una piccola
pausa legata al fatto della dipartita di Luca. Luca fu poi rimpiazzato da
Ciccio Rumore e Pino Ferraro si aggiunse come secondo chitarrista. Per quanto tempo
vi fermaste? Com’è che Ciccio e Pino si ritrovarono nella band?
Sì,Luca ci ha dovuto lasciare per
motivi di lavoro. La ditta in cui lavorava iniziava ad avere problemi…
Pagamenti in ritardo… E dunque dovette lasciare la band per trovare un nuovo
lavoro,per gli studi e per tante altre cose. Rimanemmo io e Gaetano e optammo
per Ciccio che suonava con Gaetano nei Mad Monkey e fu quindi un rimpiazzo
abbastanza facile visto che c’era un buon legame. Poi pensammo di mettere una
seconda chitarra soprattutto per i live,per dare un impatto maggiore e
arrichire la musica della band con gli assoli di Pino Ferraro. Cosa che si
rivelò positiva dato che Pino è un ottimo chitarrista ed infatti il responso
che abbiamo avuto da parte di amici e professionisti del settore fu ottimo. Poi
anche Pino lasciò la band per motivi legati al lavoro e alla sfera personale e
siamo rimasti di nuovo io,Gaetano e Ciccio. Vediamo ora se riusciamo a
partorire un nuovo lavoro.
Infatti ora mi pare che siate fermi. So che avete composto Blood Of Christ,pezzo
che ho sentito ad un live di supporto ai Novembre a Cosenza. Potrebbe essere un
anticipo del nuovo album?Avete già pronti nuovi pezzi?
Sì,Blood Of Christ è uno dei pezzi nuovi scritto per il prossimo disco
se riusciremo a farlo. La speranza è quella di riuscirci anche se non è facile
visti i numerosi ostacoli che stiamo avendo adesso. Gaetano sta lavorando a
Taranto e viene quando può,Ciccio ha aperto un’attività e anche lui è molto
impegnato. Pezzi nuovi ne abbiamo,insieme a Blood
Of Christ ci stanno altre tre. L’intenzione di continuare c’è,quindi
speriamo bene. Vedremo cosa accadrà.
Quindi cosa si potrebbe dire del futuro degli Acrylate? C’è
un’alta possibilità che la band che da tanto tiene in piedi le fondamenta del
metal crotonese possa tornare alla carica?
Lo spero proprio! Abbiamo provato un
paio di volte recentemente e la grinta e la voglia non mancano.,ancora
riusciamo a cavarcela molto bene. Quindi speriamo di poter portare avanti
questo nostro progetto a cui io ci tengo tantissimo e sono molto legato.
Speriamo di riuscirci,vediamo come va.
Tutti in Calabria ci teniamo Max. Allora ci aspettiamo
aggiornamenti positivi nel minor tempo possibile. Fai un bel saluto al Sabba
Maledetto Metal Circle ed agli utenti che lo seguono. Aspetteremo notizie dagli
Acrylate appena tornerete al lavoro.
Certo,la speranza è l’ultima a
morire! Grazie Marco e grazie allo staff del Sabba Maledetto Metal Circle. Ti
ringrazio per l’interesse che hai avuto verso gli Acrylate,fa sempre piacere
sapere che c’è ancora del buono in questo genere che soffre sempre di più ma
manteniamo alto l’onore del metal. Siamo sempre Metal Defender. Ciao a tutti e complimenti Sabba per quello che
fai.
DISCOGRAFIA
Sounds & Fury - demo (2006)
S.S.: The Killing Road - demo (2007)
M.A.F.I.A. - demo (2008)
Chemical Defection (2011)
LINE UP
Max Frasca - voce e chitarra
Gaetano Lombardo - basso
Ciccio Rumore - batteria
FONTI
www.metal-archives.com
www.acrylate.it