sabato 30 marzo 2019

CHILDREN OF BODOM (Early Days)

Avete letto il mio articolo sui Children Of Bodom pubblicato qualche giorno fa? Vi piacerebbe vedere i Children Of Bodom quando erano semplici studenti conosciuti con il nome di InertheaD? Ecco a voi le foto
Se volete leggere la biografia dei Children Of Bodom cercate nel blog CHILDREN OF BODOM - Il fetido alito del mietitore 

LED ZEPPELIN (Early Days)

Avete letto il mio articolo sui Led Zeppelin pubblicato la volta scorsa? Vi piacerebbe vedere le foto dei vecchi Yardbirds? Se sì,eccole qua
Se volete saperne di più sui Led Zeppelin cercate il mio articolo LED ZEPPELIN - Il dirigibile dell'heavy metal

venerdì 29 marzo 2019

CHILDREN OF BODOM - Il fetido alito del mietitore


Lago Bodom,circa 22 km da Helsinki (a pochi km da Espoo).                                                                                                 
È il 5 giugno 1960,ed è in questo giorno,in questo luogo  che accadde il più oscuro caso di cronaca nera della storia della Finlandia. Alcuni adolescenti,che avevano organizzato un campeggio da trascorrere sulle rive del lago,furono trovati brutalmente massacrati da un misterioso assassino.                                       
Inizialmente,venne accusato il diciottenne Nils Gustafsson unico superstite del quartetto scagionato nel 2005 grazie ad alcune prove che confermarono la sua innocenza.                                                                                         
Qualche tempo più tardi l’arresto di Gustafsson,fu diffusa la notizia di una lettera scritta dal proprietario di un chiosco vicino al lago di Bodom che ammetteva di essere l’autore della strage giustificando così la sua scelta di suicidarsi (nonostante fu poi provato che avesse un’alibi,in quanto l’uomo era con la moglie nella presunta ora in cui si consumò la carneficina). Ancor più tardi,un uomo dei servizi segreti tedeschi ammise in un’intervista di essere l’autore del plurimo omicidio ma non arrivarono mai prove agli investigatori finlandesi che potessero portarlo a vivere un’esperienza “a tu per tu” con un giudice.                                   
Ancora oggi il caso rimane aperto negli archivi delle autorità statali della Finlandia e il mistero che aleggia attorno al massacro alimenta molte leggende sul lago,il più delle volte gonfiate (come le storie che vorrebbero che le rive del lago siano abitate da spiriti,folletti e Dio sa il cazzo cosa) per attirare turisti e curiosi che tentano di sperimentare qualche brivido campeggiando in un luogo dove il confine fra luce ed ombra resta sottilissimo.                                                                                                                         Espoo,1993,33 anni dal massacro. Un giovane teenager,autentico prodigio della chitarra elettrica e superbo genio della musica si diverte a affinare le sue doti musicali in un gruppo di alcuni amici del conservatorio per poi annunciare la sua dipartita subito dopo. Insieme al batterista Jaska W. Raatikainen,Alexi Laiho,diede vita agli InertheaD,gruppo death metal influenzato dallo stile di casa Entombed ed Obituary. L’entrata del bassista Samuli Miettinen permise di registrare il primo demo degli InertheaD con il nome di Implosion Of Heaven pubblicato nell’agosto 1993.                                                                                                                                          Nel 1995,Miettinen lasciò la band e il suo posto fu preso da Henkka Seppala,vecchio amico d’infanzia di Laiho e Raatikainen;mentre questo ultimo ingaggiò Alexander Kuoppala come secondo chitarrista e Jani Pirisjoki alle tastiere che modificarono lo stile degli InertheaD,ascoltabile nel loro secondo demo. Con questa formazione gli InertheaD pubblicarono Shining nel 1996,demo che gli assicurò la partecipazione ad alcuni concerti underground. In questo periodo Pirisjoki lasciò la band e Alexi assunse il talentuoso pianista Janne Wirman,la cui bravura assicurò il futuro successo della band. Nel 1997,un’emergente etichetta belga,commissionò gli Inerthead per la registrazione del loro primo full-length quando la Spinefarm Records contattò il gruppo assicurando un contratto e l’uscita del disco all’interno dei confini della loro madrepatria. Gli Inerthead dichiararono allora lo scioglimento per svincolarsi dal contratto dell’etichetta belga e risorsero sotto il nome di Children Of Bodom (nome ispirato ai tragici fatti accaduti sul lago Bodom quasi 40 anni addietro): il lugubre canto di quelle povere anime perdute era finalmente pronto ad essere ascoltato e il Cupo Mietitore fece la sua macabra comparsa sui palchi heavy metal di tutto il mondo.
LA MORTE SI FA STRADA FRA I VIVENTI: SOMETHING WILD

Consegnate le dimissioni con l’etichetta che stava finanziando le spese del loro primo full-length,i Children Of Bodom,nelle mani della Spinefarm Records,entrarono in sala di registrazione per produrre l’album Something Wild,primo successo commerciale della band finlandese. Il CD,uscito nel 1997,presenta sonorità neomelodiche ispirate agli spartiti della musica classica che accompagnano e sostengono le sonorità vagamente black metal e power metal che producono il sound dei Children Of Bodom,un melodic-death metal particolarmente ricco di virtuosismo ed originalità. I riff taglienti e i velocissimi assoli di Alexi Laiho uniti alla grande fantasia musicale della tastiera di Janne Wirman sono un’accoppiata perfetta che sprigiona una musica che rende rilevante gli anni passati fra le aule del conservatorio e fanno da “contorno” al cantato scellerato e mortifero di Laiho. I pezzi Deadnight Warrior,Lake Bodom e Touch Like An Angel Of Death diventano delle vere pietre miliari proposte in tutti i loro concerti.                                                                    
Il disco fu presentato per la prima volta ad Helsinki mentre suonavano da spalla ai Dimmu Borgir e il concerto li rese noti alla Nuclear Blast che distribuì le copie del disco in tutta Europa.                                               
La band partì così per un tour che portò il nome della band – quel nome ispirato al più sanguinoso e famigerato massacro finlandese – a essere scritto sui flyer dei concerti metal organizzati in Europa urlando il dolore di quegli  spiriti dannati delle vittime del lago Bodom verso una scalata che stava diventando inarrestabile.
IL LAMENTO DEGLI SPETTRI DI BODOM RISUONA NELLA NOTTE: HATEBREEDER,FOLLOW THE REAPER E HATECREW DEATHROLL
Il successo planetario ottenuto con Something Wild incoraggiò i Children Of Bodom a rientrare in studio nel 1999 sfornando Hatebreeder,album considerato il capolavoro della band. I concetti dell’album precedente vengono accantonati per lasciare spazio a influenze più classiche come Mozart;sostituendo quelle di Yngwee Malmsteen che avevano contribuito alla composizione delle canzoni di Something Wild.                              
L’estro musicale dei Children Of Bodom è portato ai massimi dell’ispirazione captabile nelle rasoiate di chitarra udibili in canzoni come Warheart,Silent Night,Bodom Night,Children Of Bodom e la famosissima Downfall. Hatebreeder registrò vendite talmente alte da permettere ai Children Of Bodom  di imbarcarsi in un tour mondiale con i Sinergy e gli In Flames estesosi fino in Estremo Oriente dove registrarono il live Tokyo Warhearts.  Il tour si concluse nel migliore dei modi,facendo incassare alla band non solo soldi,ma anche la soddisfazione che i loro fan stavano regalando al gruppo finlandese con il loro supporto,facendone una band di riferimento del melodic-death metal.                                                                                              
Carichi di euforia e ormai sulla cresta dell’onda,tornarono negli studi di registrazione (negli Abyss di Peter Tägtgren degli Hypocrisy) e nel tardo 2001,le note ed il sudore della band diedero vita a Follow The Reaper, album con sonorità più oscure ma allo stesso tempo più pulite dove la chitarra di Alexi Laiho,che qui risulta non solo iperveloce come nei lavori precedenti,raggiunge i massimi livelli di tecnica ed inventiva,con assoli che si trovano a competere con l’originalità della tastiera di Janne Wirman che riceve enorme spazio intingendo l’album di spettacolari influenze power metal. Colpiscono in particolare canzoni come Bodom After Midnight,Everytime I Die,Kissing The Shadows e Hate Me!;il successo perciò non si fece attendere e i Children Of Bodom si reimbarcarono in un nuovo tour mondiale per presentare il disco sui palchi davanti ai migliaia di fan devoti all’originalità e superba complessità musicale proposta dal gruppo.                                           
Il ritorno in patria non fu visto come una scusa per permettersi di riposare;ma rientrati in studio,i Children Of Bodom sono nuovamente riuniti per registrare Hatecrew Deathroll,un disco dove predomina molto la chitarra di Alexi Laiho con canzoni ricche di influenze neoclassiche e power metal come Needled 24/7, Sixpounder e Angels Don’t Kill che rendono l’album leggermente più “soft” rispetto ai precedenti.                                       
Al termine delle registrazioni dell’album,poco prima di partire per la tournée,Kuoppala lasciò la band e fu sostituito da Roope Rotvala,chitarrista dei Sinergy e istruttore di chitarra di Alexi Laiho durante la sua giovinezza. I Children Of Bodom partirono in tour insieme al loro nuovo membro e la falce di Roy (la mascotte della band) tornò ad essere agitata sopra le teste dei fan della band sparsi in tutto il mondo.
ARE YOU DEAD YET? E BLOODDRUNK: UNA LEGGERA SVOLTA ALLA MUSICA DEI CHILDREN OF BODOM
Terminati i concerti,i Children Of Bodom tornarono in patria registrando l’EP Trashed,Lost & Strongout come anticipo in attesa del nuovo album.                                                                                                                         
Nel tardo 2005 uscì Are You Dead Yet?,album con riff di chitarra pesanti ma molto semplici con uno stile fra il groove e il thrash metal mai utilizzati nei precedenti lavori e ben lontano dal mix letale di death e black che conoscevano gli ascoltatori della band finnica.                                                                                             
Nonostante fece storcere il naso alle cerchie di fan più oltranziste,il disco registrò vendite notevoli e le canzoni Are You Dead Yet?,In Your Face,Living Dead Beat e Trashed,Lost & Strongout furono suonate in tutto il mondo;fino ad approdare nella vicina Svezia per esibirsi al famoso concerto Stockholm Knockout Live: Chaos Ridden Years                                       Nello stesso anno furono “arruolati” insieme agli Slayer ed ai Lamb Of God per unirsi sugli stage nell’Unholy Alliance Tour,che li vide impegnati in sede live fino al 2007.                                                                                 
 Nel 2008 tornarono a comporre in sala prove per registrare Blooddrunk,sesto successo del quintetto finlandese. L’album si presenta marcio,tetro ed oscuro con riff di chitarra tendenti verso il thrash che ricordano molto lo stile di Hatecrew Deathroll. Con questo disco,i Children Of Bodom s’imbarcarono nel Gigantour assieme ai Megadeth,agli In Flames ed ai Job For A Cowboy per presentare l’album con pezzi quali Blooddrunk,Hellhound On My Trail,Banned From Heaven e la versione riarrangiata di Tie My Rope,un vecchio successo del gruppo.                                                                                                                             
I Children Of Bodom sono ormai musicisti affermati e concluso il Gigantour ripartirono nuovamente in tournée che li vide non solo di spalla a gruppi come Slipknot,ma anche da headliner supportati da band come i Cannibal Corpse.                                                           
Il gruppo arrivò dunque insù la vetta e la loro carriera raggiunse il massimo prestigio con le urla delle vittime di Bodom che echeggiavano nelle orecchie dei metallari di tutto il globo sempre presenti con le corna in aria a regalare onori e gloria al quintetto di Helsinki,ormai palesemente inseriti nella lista dei “mostri sacri” dell’heavy metal.
SKELETONS IN THE CLOSET ED ULTIMI LAVORI
Concluso il tour per presentare Blooddrunk,i Children Of Bodom composero Skeletons In The Closet,album di cover di band come Iron Maiden,Ozzy Osbourne e Slayer riarrangiate secondo lo stile melodic-death metal della band finlandese.                                      
Il 2011 li vide successivamente impegnati nella composizione di Relentless Reckless Forever indubbiamente diverso da tutti i precedenti lavori compiuti: lo stile risulta molto più “lento” e semplice e – per la prima volta! – non è presente alcuna canzone che fa riferimento alle vicende accadute sul lago Bodom.                      
Nel 2013 ritornarono in studio per produrre Halo Of Blood,disco più snobbato dai fan;in cui,in effetti,si può notare un notevole calo dell’inventiva della band che sembrava ormai incapace di sfornare album del calibro di Hatebreeder e Follow The Reaper.                                                                                                                       
Vi è un leggero recupero nel 2015 con l’uscita di I Worship Chaos a cui seguì un tour e un breve periodo di riposo fino a quando non annunciano la dipartita di Rotvala e ritornare sotto i riflettori con Hexed nel 2019.    Se mi è concesso un parere personale,i nuovi lavori dei Children Of Bodom non risultano più coerenti con il repertorio caratteristico della loro discografia e dubito molto che riusciranno a produrre nuovi album con la stessa tecnica e velocità che li portò al successo nel ’97;ma in fondo non dobbiamo essere troppo severi nel criticarli: i primi sei album sono un concentrato di fantasiosa maestria musicale frutto dell’intenso studio sui banchi del conservatorio e se oggi le vittime di quello spaventoso massacro che inzaccherò le cronache delle pagine dei giornali finlandesi sono ricordate lo dobbiamo solo a loro. Le grida delle loro anime sono finalmente state ascoltate!


LINE-UP
Alexi "Wildchild" Laiho - voce e chitarra
Daniel Freyberg - chitarra ritmica
Henkka "Blacksmith" Seppala - basso
Jaska W. Raatikainen - batteria
Janne Wirman - tastiere

DISCOGRAFIA
Something Wild - 1997
Hatebreeder - 1999
Follow The Reaper - 2001
Hatecrew Deathroll - 2003
Are You Dead Yet? - 2005
Blooddrunk - 2008
Relentless Reckless Forever - 2011
Halo Of Blood - 2013
I Worship Chaos - 2015
Hexed - 2019

FONTI
G. Della Cioppa Heavy metal. I contemporanei - Ed. Giunti
www.wikipedia.it
                                                              

mercoledì 13 marzo 2019

LED ZEPPELIN - Il dirigibile dell'heavy metal



Sicuramente molti si chiederanno la data precisa della nascita dell’heavy metal. Davvero una bella domanda! Si sa che s’iniziò a parlare di metal negli anni ’60 ca. quando molte band decisero di dare un tocco più grezzo alle note del jazz,del blues e del rock;con un conseguente “indurimento musicale” che si consolidò fino ad essere classificato come un genere a sé stante. Ma chiedere fra quali delle tante band avesse dato il principio base per questa musica e in che periodo equivale a cercare una chimera. Ciò che è probabile,è il fatto che i primi a dare una notevole spinta alla nascita del genere furono i britannici Led Zeppelin con i meravigliosi e veloci assoli di Jimmy Page e la potente e martellante batteria di John Bonham. Jimmy Page era già noto in ambito musicale per aver suonato con gli Yardbirds nel 1966 come bassista diventando successivamente chitarrista solista al fianco di Jeff Beck. Nello stesso anno Beck abbandonò gli Yardbirds e Page propose di formare una band insieme al bassista John Entwistle e il batterista Keith Moon degli Who con i quali incise la prima canzone (non avevano ancora un nome) Beck’s Bolero,insieme al tastierista John Paul Jones che sarebbe poi diventato membro fisso della band. Esordirono dal vivo nel 1968 e in quest’occasione,Page apprese di un cantante di Birmingham che cercava un ingaggio: Robert Plant accettò di buon grado ad entrare nella band e suggerì John Bonham come batterista già conosciuto in una precedente esperienza musicale.                    I New Yardbirds registrarono Three Week Hero e nel 1968 partirono per un minitour in Scandinavia dove decisero di cambiare il nome in Led Zeppelin dalla famosa azienda di  dirigibili tedeschi fondata nel 1908. Nel 1968 nacque così quella che molti ricorderanno come la prima heavy metal band della storia. 
LA NASCITA DI UN MITO: LED ZEPPELIN I
Peter Grant,ex collaboratore dei primi Yardbirds e produttore musicale riuscì ad ottenere per i Led Zeppelin,un contratto con la Atlantic Records di 200mila dollari che diede alla band la possibilità di intraprendere un tour negli USA. Di ritorno dagli Stati Uniti,i Led Zeppelin si riunirono negli Olympic Studios di Londra per registrare Led Zeppelin I,album che in soli due mesi riuscì a raggiungere la top-10 della classifica Billboard 200 ricevendo il disco d’oro nel 1969. Led Zeppelin I segnò una svolta significativa nell’evoluzione dell’hard rock nella nascente musica heavy metal: l’album inizia con un pezzo alquanto rude,Good Times,Bad Times per poi districarsi in canzoni più leggere come You Shook Me e Dazed And Confused che racchiudono le ritmiche blues che hanno influenzato i Led Zeppelin. Jimmy Page riuscì a conferire all’album un tipo di sound decisamente “ambientale”: forgiato dalle sue esperienze come turnista in studio,Page produsse una sorta di “live in sala di registrazione” che diede un suono decisamente caratteristico alla musica dei Led Zeppelin. Come precisato,Led Zeppelin I,fu un successo immediato che lanciò i Led Zeppelin verso un tour che li terrà impegnati,oltre che nelle loro esibizioni,nella scrittura del loro successivo successo commerciale.
IL DIRIGIBILE PROSEGUE IL SUO VOLO: II E III
Sull’onda del loro primo successo,nel 1969,i Led Zeppelin pubblicarono Led Zeppelin II,album in cui il gruppo sviluppò in maniera più esplicita le musicalità hard rock. L’album si apre con un aggressivo riff di chitarra in Whole Lotta Love molto simile ai riff di Willie Dixon e Howlin’ Wolf che portò la critica ad accusare di plagio i Led Zeppelin,se non fosse stata per la forza dirompente dell’album che travolse i rocker di allora riuscendo a superare le accuse della critica. Segue una ballad alquanto tranquilla,What Is And What Should Never Be per poi tornare sulla ferocia di The Lemon Song in cui si può sentire il famoso e lunghissimo assolo di basso di John Paul Jones;mentre Moby Dick lascia spazio ad uno stupefacente assolo di batteria da parte di John Bonham che nei concerti veniva dilatato per quasi mezz’ora. Nonostante il disco fosse stato composto in fretta mentre la band era in tour per la presentazione del primo lavoro;Led Zeppelin II si rivelò ugualmente un successo che costrinse i Led Zeppelin a raddoppiare le date del loro tour. Finito il tour,i Led Zeppelin si presero un periodo di riposo in una piccola località del Galles,a Bron-Yr-Aur,dove trascorsero le loro giornate a bere birra ed a suonare. Conclusasi la vacanza,nel 1969 si assistette all’uscita di Led Zeppelin III,full-length che contiene la meravigliosa Immigrant Song e Since I’ve Been Loving You,oltre a numerosi pezzi composti durante il loro soggiorno nel Galles come Bron-Yr-Aur Stomp. Fu in questo periodo che i Led Zeppelin furono additati seguaci dell’esoterismo a motivo della frase “fai ciò che vuoi,così potrà essere” scritta su alcuni solchi del vinile;frase celebre dell’occultista Aleister Crowley,figura di cui Page era ossessionato da tempo. Questo non fu d’ostacolo al lancio del disco che ricevette onori ben maggiori dei lavori precedenti catapultando la band in un nuovo tour mondiale dove schiere di fan affollarono stadi e arene,rapiti dalle note dell’hard rock che iniziava a diventare sempre più popolare. Il nome della band acquisiva sempre più notorietà e il quartetto musicale britannico era ormai diventato emblematico nel giro della musica rock;inoltre,come se non fossero ancora contenti dei loro tre successi planetari,nel 1971 Led Zeppelin IV,capolavoro della band,si ritrovò sugli scaffali di tutti i negozi di CD del globo.


LED ZEPPELIN IV: IL CD “BATTESIMO DEL ROCK”
Con tre album che contribuirono significativamente alla storia della musica e impregnati di un virtuosismo e fantasia fuori dai normali canoni per ogni musicista,nessuno si sarebbe mai aspettato che i Led Zeppelin potessero ritornare in studio e dare vita ad un nuovo album composto da note ognuna delle quali evocatrice di quella magia che contraddistingue il genere rock da tutti gli altri. Il 1971 fu l’anno in cui incisero il loro quarto lavoro in studio. La continua ricerca della perfezione musicale spinse i Led Zeppelin a concentrarsi sulla composizione delle canzoni senza preoccuparsi d’altro;motivo per cui il disco non presentò un nome ufficiale (verrà indicato poi come Led Zeppelin IV dalle masse)  e il lavoro svolto diede i suoi frutti: le influenze folk-celtiche predominanti in Led Zeppelin III mischiate all’hard rock contribuirono a creare il mito attorno al gruppo. I famosi pezzi come Rock ‘n’ Roll,Black Dog,l’evocativa The Battle Of Evermore e la profonda e toccante Stairway To Heaven fecero di questo album un nuovo successo planetario e le vendite ricevettero introiti milionari,diventando l’album più venduto della storia del rock. Come precisato,l’album uscì senza un nome ufficiale,fu allora che l’Atlantic Records richiese che almeno i musicisti adottassero un simbolo che li rappresentasse e che comparisse in copertina: Page scelse un simbolo che ricordava vagamente la scritta ZoSo,Robert Plant una piuma racchiusa in un cerchio,John Paul Jones un cerchio con tre punte e John Bonham tre cerchi intrecciati. Conseguentemente al successo dell’album,la tournée che ne seguì fu di altrettante proporzioni epiche toccando per otto volte i cinque continenti inserendo nuove tappe che fecero approdare la band in Australia ed in Italia per la prima volta. Questo album è autentico punto di riferimento per tutti i fan del rock ‘n’ roll: la magia e l’innovazione musicale che presenta lo rendono unico anche per il suo genere;le canzoni Black Dog e Stairway To Heaven vengono trasmesse anche nelle stazioni radio più commerciali,mentre nel complesso si può assumere che i Led Zeppelin abbiano toccato nuove vette musicali prossime all’Onnipotenza Divina riuscendo nell’intento di realizzare non solo il primo vero e proprio album rock/metal della storia ma di crescere come musicisti innovando e migliorando il loro sound “affiancando” la musica blues e jazz nelle loro canzoni dando vita ad un genere del tutto diverso dagli altri mai ascoltato fino ad ora. Ancora oggi,il quarto lavoro dei Led Zeppelin è considerato uno dei dischi più importanti della scena rock mondiale.
HOUSES OF THE HOLY,PHYSICAL GRAFFITI,SUCCESSIVI LAVORI E MORTE DI JOHN BONHAM

Terminato il tour che aveva fatto dei Led Zeppelin vere e proprie rockstar riconosciute a livello internazionale,il gruppo tornò in studio per incidere l’attesissimo quinto album. Nel 1973 uscì Houses Of The Holy,disco che si attirò critiche molto discordanti: una fetta dei fan rimase dell’idea su un nuovo capolavoro della band in commercio,un’altra parte parlò di un esaurimento della vena artistica dei Led Zeppelin. Ciò che è certo,è sentire tutto il talento di John Paul Jones emergere in questo disco finora eclissato dai suoi compagni di band. L’album presenta brani rock come The Song Remains The Same e Over The Hills And Far Away,brani d’atmosfera in cui predominano le tastiere (la triste The Rain Song e l’oscura No Quarter) e brani con sonorità più orientate verso il reggae ed il funky,che rendono questo album il più “solare” ed il più ricco della carriera dei Led Zeppelin. Anche Houses Of The Holy si rivelò un successo e fu seguito da un nuovo tour in giro per il mondo. A fine tournée decisero di prendersi un periodo di riposo fino al 1975,quando tornarono sotto i riflettori con Physical Graffiti,il primo album doppio del complesso. Physical Graffiti è un album che fa emergere una perfetta sintonia fra tutti i membri del gruppo,sorretta da una varietà musicale che si lascia apprezzare per tutta la sua durata,con la batteria di John Bonham mai suonata in maniera così brutale e la voce di Robert Plant che continua a far impallidire per la sua forza e modularità. Il disco contiene vecchi pezzi scritti per i precedenti lavori ma mai registrati come Houses Of The Holy e del tutto inediti come Kashmir. Il gruppo organizzò così un’altra tournée a bordo dello Starship,loro jet privato,durante la quale registrarono il tutto esaurito ovunque andassero ad esibirsi. Purtroppo,il 4 agosto,Plant e la moglie ebbero un grave incidente e i Led Zeppelin furono costretti ad annullare i loro concerti negli Stati Uniti mandando in fumo le loro grandi prospettive e incassando un “arresto” alla popolarità che la band stava conoscendo in quel periodo.                                                                      Plant,così impossibilitato,tornò a lavorare con i Led Zeppelin solo per incidere Presence,scabroso disco che richiamava agli antipodi scritto nel periodo più turbolento della band (Page era in dipendenza da oppiacei e Plant era in riabilitazione per via del suo incidente)perciò decisamente lontano dai tempi di Houses Of The Holy. Nonostante Presence fosse stato nominato disco di platino non riuscì a tenere il passo con i lavori precedenti,comprensibile d’altra parte con la triste parentesi che i Led Zeppelin stavano attraversando e lo sfruttamento di tutta la vena creativa concentrata negli album che permisero di diventare la band icona del rock ‘n’ roll. Nel 1976,i Led Zeppelin pubblicarono The Song Remains The Same il loro primo live album registrato al Madison Square Garden di New York durante il tour di Houses Of The Holy. Il 1979 segnò un ritorno negli studi di registrazione con In Through The Out Door,album che riflette l’amaro periodo che i Led Zeppelin attraversarono nel 1977 complice la morte di Karac,figlio di Robert Plant,a causa di un virus intestinale. Ma la sfortuna non sembrava intenzionata a trascurare i Led Zeppelin: forse perché la vita rivolle indietro il suo credito per i grandi successi che in quegli anni gli aveva regalato o forse questa fu una semplice conseguenza per essersi immersi nelle arti occulte (di cui si riteneva che i Led Zeppelin fossero veri e propri seguaci) e dunque maledetti;qualunque ne fosse la ragione,un’altra tragedia attendeva i Led Zeppelin dietro l’angolo. Il 25 luglio 1980,quando sentirono che era giunto il momento di tornare all’opera,la band si riunì nuovamente in studio per suonare se non fossero stati costretti a posticipare il tutto a causa di John Bonham presentatosi alle prove completamente ubriaco. Messo a dormire in una stanza della casa di Page,fu trovato morto il mattino dopo soffocato dal suo stesso vomito. Fu il rospo più duro da ingoiare e la band prese la decisione di chiudere per sempre incapaci di andare avanti senza Bonham alle percussioni. In futuro,l’unico batterista che gli Zeppelin ritennero degno di suonare al posto di Bonham fu il figlio di John,Jason,con il quale incisero un altro album.

IL DOPO BONHAM,CODA,REUNION E SCIOGLIMENTO DEFINITIVO

Dopo la morte di John Bonham,i Led Zeppelin presero strade diverse collaborando con diverse band e proseguendo nelle loro carriere soliste. Nel 1982,poiché erano in debito di un nuovo album verso la casa discografica incisero Coda con Jason Bonham (figlio del defunto John) dietro le pelli per partire in un nuovo tour. Dopodiché fecero nuove apparizioni occasionali senza mai riunirsi ufficialmente.                                                 
Nel 2007 annunciarono una reunion in cui la band prese parte a diversi festival rock sparsi per il mondo,per poi ritornare in pensione qualche anno più tardi. Ma anche se i Led Zeppelin sono ormai sciolti,l’impronta che hanno lasciato terrà sempre vivo il loro ricordo;la loro fama continuerà in eterno sulla scia di quelle note conservate in quegli album che hanno sprigionato quella strana magia che ha fatto sognare intere generazioni e ha dato vita ad un genere che resterà immortale nei cuori di tutti coloro che seguono l’heavy metal con la giusta dedizione che merita.
LINE UP
Robert Plant - voce
Jimmy Page - chitarra
John Paul Jones - basso
Jason Bonham - batteria

DISCOGRAFIA
Led Zeppelin I (1969)
Led Zeppelin II (1969)
Led Zeppelin III (1970)
Led Zeppelin IV (1971)
Houses Of The Holy (1973)
Physical Graffiti (1975)
Presence (1976)
In Through The Out Door (1979)
Coda (1982)

FONTI
L. Signorelli - Heavy metal. I classici - Ed. Giunti
www.wikipedia.it

lunedì 4 marzo 2019

ACRYLATE - Un urlo di rabbia dalla "città dei veleni"



In Calabria,nell’Italia meridionale,vi è una piccola città fondata dagli antichi coloni Greci in cui oggi si concentrano molti dei mali peggiori nati dalla mente umana che sono fonte di numerosi problemi di questo piccolo centro abitato. Disoccupazione,corruzione e mafia regnano sovrane a discapito di molti onesti cittadini costretti periodicamente ad emigrare verso lidi più prosperi e vivibili con il fine di potersi inserire in una società in grado di dargli quelle opportunità che questa bellissima ma malcurata terra gli ha negato. La città di cui si sta accennando è Crotone ed è qui che gli Acrylate,una band di giovani ragazzi con la passione per la musica metal si formarono nell’estate del 2005. Il batterista Luca Panebianco e il chitarrista e vocalist Massimo Frasca decisero di mettere in piedi un complesso musicale che potesse dare sfogo e far urlare la loro sete di giustizia contro le piaghe che imperversano nella loro città utilizzando come armi potentissimi e velocissimi riff di chitarra accompagnati da rabbiosi blast beat batteristici che danno vita ad un sound  furioso tipicamente thrash metal. La band,che era inizialmente composta da cinque componenti,rischiò lo scioglimento in meno di un anno a causa di varie divergenze all’interno del gruppo,quando Panebianco conobbe Gaetano Lombardo che s’inserì come bassista fornendo nuovi spunti alla band già dopo le prime prove in sala di registrazione. Già dopo una settimana dall’ingresso di Lombardo,la band fece uscire così il suo primo demo e divenne una dei gruppi metal più apprezzati e conosciuti del panorama calabro.

IL PRIMO GRIDO: SOUNDS & FURY

Nel 2006 uscì il primo demo autoprodotto dagli Acrylate. Sounds & Fury fu un disco caratterizzato da una velocità e potenza fuori dagli schemi e portò gli Acrylate ad esibirsi al loro primo live al Rockauser di Albi nella provincia di Catanzaro. L’album è un concept di rabbia gridata contro il degrado cittadino del piccolo centro calabrese espressa nei pezzi come Sounds & Fury,World Of Lies e Ultras. Il nome della band iniziò così a girare in lungo ed in largo per la Calabria e sotto questa spinta tornarono a lavorare sul loro secondo demo tape: S.S.: The Killing Road.

ACRYLATE A TUTTA VELOCITÀ: S.S.: THE KILLING ROAD
Superati dunque i problemi di scioglimento e l’esperienza sui palchi della Calabria,con egual spirito racchiuso nel primo disco,gli Acrylate incisero S.S.: The Killing Road nel 2007.                                                       
Il CD – quasi ironicamente – presenta canzoni sparate a 200 all’ora come se volessero tenere testa alla velocità usata dalle auto sulla famigerata strada statale 106. Eh sì,questo è il tema toccato dall’album: la strada statale 106 che attraversa la zona industriale di Crotone è quasi sempre teatro di numerosissimi incidenti stradali dovuti alla grave mancanza di manutenzione adeguata e alla forte incoscienza degli automobilisti che non esitano a percorrere quell’odioso tratto di strada a grandissime velocità anche in condizioni di scarsa visibilità. L’album portò gli Acrylate ad imbarcarsi in un nuovo tour anche al di fuori della Calabria verso tappe come Torino,Bologna,Catania e Taranto dove numerosi fan del metallo pogarono sulle note di S.S.: The Killing Road,Acrylate,Fight The Pain e Europaradise. Le recensioni sui siti del genere furono estremamente positive e dal disco fu estrapolato il primo videoclip ufficiale degli Acrylate,Acrylate che divenne immancabile a tutti i loro concerti. Nello stesso anno,grazie alla collaborazione di Antonio Pupa,il pezzo Acrylate fu inserito (composto in due versioni) nel DVD 2 Of Acrylate,contenente anche il videoclip della canzone più il “making of” del video.                                                                                            
Chiusa questa parentesi,il 2008 fu l’anno in cui gli Acrylate ritornarono in sala prove per sfornare il celebre M.A.F.I.A,terzo demo della band.
GLI ACRYLATE CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: M.A.F.I.A.
Non è di certo una novità e sicuramente lo sanno tutti,ma la ‘ndrangheta è uno dei maggiori cancri che infetta la Calabria;triste realtà che ha raggiunto ed infettato anche le alte sfere della politica che governano la Regione. La ‘ndrangheta si rende ogni anno responsabile di furti,rapine,estorsioni e altri crimini che colpiscono il territorio calabrese costando all’economia della Regione migliaia di fughe di capitali. Crotone non è un luogo esente da questa piaga (anzi,forse è la città presenta il più alto tasso di infiltrazioni mafiose di tutta la Calabria) ed è su questa scia che gli Acrylate s’ispirarono per incidere M.A.F.I.A.,album di condanna contro le cosche mafiose di Crotone. La rabbia verso la malavita è facilmente captabile in pezzi quali M.A.F.I.A.,Antology Of Slaughter e Foul Play che mettono a nudo l’enorme virtuosismo della band,che riprese nuovamente a toccare le tappe d’Italia per presentare il lavoro svolto.                                                         
Dopo un silenzio durato tre anni,gli Acrylate ricevettero l’offerta di collaborazione con la Alkemist Fanatix Europe con il produttore Frank Andiver riuscendo così a comporre il loro primo full-length: Chemical Defection,capolavoro del trio crotonese,uscì nel febbraio del 2011.

CHEMICAL DEFECTION: LA “CITTÀ DEI VELENI”
Nei primi anni ’90,Crotone era conosciuta per essere il più importante polo industriale calabrese grazie alla presenza delle fabbriche della Montedison,situate nella zona della Pertusola. La crisi del settore portò alla chiusura degli stabilimenti nel 1997 lasciando senza lavoro migliaia di crotonesi che armarono proteste durante quella che sarà ricordata con il nome di “notte dei fuochi”. I prodotti chimici delle fabbriche,purtroppo,invece di essere correttamente smaltiti furono “nascosti” sotto le tante costruzioni di Crotone come case e scuole. Nel 2009 scoppiò lo scandalo: la scoperta di rifiuti tossici come l’amianto nascosto nelle strutture crotonesi fece guadagnare alla località il nome di “città dei veleni”. Ancora oggi,la popolazione continua ad essere vittima dei tumori causati dalla “spazzatura radioattiva” sulla quale cammina ogni giorno. Sotto l’etichetta britannica Copro Records e l’etichetta italiana X-treme Rising,gli Acrylate partorirono Chemical Defection nel 2011,dopo un estenuante ma intenso lavoro negli studi di registrazione Zenith Recordings di Lucca.  L’album fu il primo full-length della band crotonese ed è in questo disco che la musica degli Acrylate raggiunse il suo apice: il disco è sviluppato con un mix letale di riff ultraveloci e paurosamente tecnici,le corde del basso danzano freneticamente fra le dita di Lombardo mentre la batteria accompagna il tempo con ritmi potentissimi e blast-beat senza fine. Il 2011 vede gli Acrylate più scatenati che mai,pieni di adrenalina dovuta all’eccitazione per il fatto di suonare il loro primo disco sotto contratto con una casa discografica. Il CD presenta pezzi presi dai lavori precedenti insieme a “song” inedite come Red Snake,Chemical Defection,Black Fog e la famosa Evilhand,pezzo apprezzatissimo da cui è stato tratto un video.  Il disco è una denuncia che racchiude l’indignazione ed il disgusto dei crotonesi contro la mala gestione dei rifiuti tossici della Montedison. Il 2011 fu un anno in cui gli Acrylate parteciparono in live di ogni parte d’Italia,da nord a sud,raccogliendo migliaia di recensioni positive in tutte le riviste e webzine che argomentano metal e portando la fama della band sulla bocca di tutti. A questo punto,finita la tournée,iniziarono le prime difficoltà per il gruppo che portò ad un “congelamento” durato fino ad oggi.



ULTIMI ANNI
Chiuso il tour,gli Acrylate si presero un anno di inattività. Quando nel 2015 decisero di ritornare all’opera,il batterista Panebianco lasciò la band dopo dieci anni di militanza. Al suo posto fu preso Ciccio Rumore,già attivo in alcune band dell’underground crotonese e si aggiunse alla band Pino Ferraro come secondo chitarrista;i cui assoli che accompagnarono i riff di Frasca diedero vita ad un nuovo rinnovo nella musica del quartetto. Sotto questa formazione,incisero la canzone Blood Of Christ successivamente proposta sui palchi italiani. Arrivati a questo punto,il futuro della band resta incerto: a causa dei problemi legati alla sfera personale dei componenti uniti allo stantio della scena metal calabrese che non risulta più essere accogliente e rispettosa come quando la band iniziò il suo percorso musicale;quando i metallari si riunivano sotto i palchi per supportare e divertirsi insieme,fermano temporaneamente i progetti del gruppo. Ciononostante,malgrado i vari problemi,Massimo continua a tenere viva la passione e l’ottimismo che hanno formato gli Acrylate fin dai primi esordi,pronto a tornare in pista con la sua band e deciso a far sentire la propria voce di denuncia contro i vari problemi della sua città sempre più trascurata e abbandonata a sé stessa,bisognosa di quel riscatto che sembra non arrivare più,costretta a dire “addio” a migliaia di persone che partono per sfuggire alla sempre più crescente disoccupazione e degrado sociale;ma con tante di quelle potenzialità che se correttamente sfruttate,farebbero di Crotone una delle città più ricche del sud Italia. Il viaggio degli Acrylate,dunque,non termina qua: si spera in un nuovo progetto in un periodo abbastanza prossimo.

A “TU PER TU” CON MAX FRASCA – Intervista al chitarrista degli Acrylate
Hail Satan Max!  Benvenuto nel Sabba Maledetto Metal Circle. Gli Acrylate sono uno dei pochi gruppi metal nella città di Crotone che sono riusciti ad avere un discreto successo sia in Calabria che nel resto d’Italia. Com’era la scena metal di Crotone quando avete messo in piedi la band?

Innanzitutto grazie Marco e grazie al tuo Sabba Maledetto Metal Circle in cui ci dai la possibilità di farci conoscere e supportare. Noi siamo nati nel 2005 e diciamo che all’epoca la scena underground metal crotonese era forse più prolifica di adesso,perché in questo momento band metal crotonesi non ne conosco sinceramente. All’epoca c’erano quelle quattro-cinque band,oltre alla cover band dei Rammstein. Poi,purtroppo,a causa dei problemi del meridione (che conosciamo tutti),molti ragazzi sono partiti… Chi a Bologna,chi a Roma,chi a Milano… E tutte queste band sono via via sparite tutte quante. Siamo rimasti noi,che,anche se un po’ a rilento per via dei problemi lavorativi che ci tolgono molte ore giornaliere per dedicarci alla band,proseguiamo. Mi ricordo dei Red Room… c’erano anche un gruppo di amici che facevano thrash ma non ricordo bene il nome. Diciamo c’è stato un po’ di movimento che ora è scomparso. Forse a Catanzaro sembra che possa essere rimasta ancora qualche band underground. ..uhm… sono rimaste band che suonavano anche allora,come i Glacial Fear,gli Zora… Catanzaro sembra resistere a questo “problema di scioglimenti di band”.

Eh già. Manca la voglia e la serietà di suonare questo genere purtroppo. E come precisato da te prima,chi ha avuto voglia di suonare l’ha ancora è stato costretto a lasciare Crotone. E non solo per suonare… Ma dimmi.. ho letto sulla vostra biografia che il progetto partì da te e Luca. Ma chi ha avuto l’idea di preciso?

L’idea di base per far nascere gli Acrylate è stata di Gianluca Panebianco,ex chitarrista dei Guns ‘n’ Escape (un altro gruppo crotonese che proponeva un sound fra il metal e l’industrial finiti anche loro nel dimenticatoio,purtroppo). Come dicevo,lui suonava la chitarra ed io cantavo con loro fino a quando non si sciolsero. Luca allora mi disse “Perché non fondare una band thrash metal composta da tre persone? Tu alla chitarra,io alla batteria e ci troviamo un bassista da inserire. L’essenziale,insomma”. Inizialmente andavamo in sala prove solo io e lui ed è in questo periodo che componemmo World Of Lies contenuta nel demo Sounds & Fury. Come puoi capire,c’era un feeling pazzesco con Luca e World Of Lies è stato il pezzo fondamentale che diede vita al progetto. Con calma,poi,abbiamo iniziato a cercare un bassista: abbiamo organizzato dei provini con alcuni musicisti crotonesi fin quando Luca non contattò il bassista Gaetano Lombardo dei Mad Monkey (gruppo dove suonava anche Ciccio Rumore,nostro attuale batterista) e da allora iniziammo a scrivere i pezzi ed a preparare i vari concerti. Grazie all’aiuto di alcuni nostri preziosi amici di Catanzaro siamo riusciti a trovare anche ingaggi in Calabria e pian piano nel resto d’Italia. Ah,una cosa che mi è venuta in mente adesso: ricordo che avevo anche un’altra band. Era un progetto a distanza che rispondeva al nome di Wishmaster con Andrea Costa,un musicista di Torino. Quando capitava che ci incontravamo,suonavamo i pezzi (che scrivevo io) contenuti in due demo ed in un singolo niente male. Purtroppo,a causa della distanza,abbandonai i Wishmaster e mi concentrai sugli Acrylate che stavano iniziando ad acquistare notorietà.

Però… le band non mancavano! Avete avuto varie esperienze,avete suonato in molte band prima degli Acrylate. Avete anche fatto live con le precedenti band?

Sì le band c’erano eccome! Nel 2005,2006 e 2007 se ne contavano un bel po’. Luca ha fatto alcuni live con i Guns ‘n’ Escape;io invece stetti pochissimo con loro e dunque non ebbi la possibilità. Gaetano fece molti concerti con i Mad Monkey. Io,con i Wishmaster,rimasi confinato in studio: eravamo solo in due e suonavo il basso,la chitarra,componevo gli assoli e cantavo mentre Andrea era alla tastiera più un altro ragazzo dietro le pelli che portava saltuariamente la sua presenza. È stata comunque un’esperienza molto significativa.
Ho letto che inizialmente eravate in cinque. Chi erano gli altri membri? Erano di Crotone? Per quale motivo vi riduceste a suonare solo in tre?

Ah,è vero me n’ero dimenticato! Sono passati così tanti anni,neanche ci penso. Sì,prima di reclutare Gaetano eravamo noi e altri tre ragazzi. Eravamo io alla chitarra,Luca alla batteria,Antonio Astorelli che cantava insieme a me: lui utilizzava uno stile di voce simile a quello di Phil Anselmo mentre io sono rimasto fedele al mio stile di sempre,in “scream”. C’erano poi Gaetano Tricoli alla chitarra e al basso… uhm… boh? Non me lo ricordo. Comunque sì,eravamo in cinque,ma non sembrava che gli altri ragazzi avessero la stessa voglia mia e di Luca di creare una band in grado di spaccare con pezzi propri,tant’è che poi abbiamo deciso di rimanere solo con la chitarra,basso e batteria. Avevamo l’essenziale per fare una band thrash metal con i controcoglioni e abbiamo detto: “ok,suoniamo noi,spacchiamo tutto e buonanotte!”

Sempre i soliti problemi anche tanti anni fa,dunque… Come e quando è nata la tua passione per il metal e la tua voglia di suonare? Il progetto Acrylate sembra una sorta di denuncia verso le varie “pestilenze” che imperversano a Crotone (eh sì,ve ne sono molti): era già questo l’obiettivo iniziale della band?

Io ho iniziato ad ascoltare metal verso il 1989/1990 e due-tre anni dopo ho iniziato a “strimpellare” la mia prima chitarra nel gruppo con i miei fratelli e poi con un gruppo un po’ più “serio”,i Dragons in cui suonavamo cover e pezzi nostri con cui abbiamo fatto un inedito nel 1996,mi sembra. Poi mi sono trasferito a Crotone e ho dovuto lasciare il gruppo. Per quanto riguarda i testi degli Acrylate abbiamo subito voluto dei testi un po’ diversi dal solito che denunciassero lo stato crotonese e della Calabria e non solo: abbiamo toccato anche molti eventi sociali che accadono quotidianamente. Per esempio,in Foul Play abbiamo parlato della strage di Erba,di Olindo Romani  Rosa Bazzi anche se comunque la maggior parte dei nostri testi argomenta quasi sempre temi sociali crotonesi,come il caso delle “Black Mountains” o l’inchiesta che fece Bruni sulle scorie chimiche radioattive vicino la Pertusola (infatti Black Fog parla proprio di questo). Si è parlato anche dei tragici incidenti sulla strada statale 106… Anche per i pezzi futuri che stiamo iniziando a lavorare le tematiche saranno le stesse.

I Dragons? Mi ricordo che avevo visto una vostra cassettina sul tuo profilo Facebook: che genere suonavate?

Facevamo una sorta di heavy metal italiano. Il cantato era bruttissimo (ride,nda),ero alla mia prima esperienza come cantante. Facevamo comunque pezzi inediti molto maideniani (infatti si può sentire di molto l’influenza). Poi ci siamo evoluti verso il genere che sapete.

Mi pare che con gli Acrylate suonasti per la prima volta al Rockauser di Catanzaro: come fu la prima esperienza? Che impressione si fece il pubblico di voi,secondo te?

Sì,fu la prima audizione dal vivo degli Acrylate. È stata una bella esperienza! Il pubblico? Beh,non c’era tantissima gente… Ricordo che comunque c’erano famiglie con bambini che erano venuti a sorbirsi un bel po’ di Thrash metal!!! Mi consola il fatto che comunque quella sera conoscemmo gli Zora ed i Land Of Hate da cui è nata un’amicizia molto profonda. L’esperienza è stata molto significativa perché abbiamo rotto il ghiaccio e siamo stati notati da molti “professionisti” del settore. Da lì abbiamo iniziato a fare altri concerti,a condividere serate con i Land Of Hate e con gli Zora… Insomma c’era movimento: mi ricordo anche di una serata fatta con… mhmm… ah sì,i Carnal Gore anche loro di Catanzaro.

Nell’album S.S.: The Killing Road avete estrapolato anche il video di Acrylate. Perché proprio quella?

Perché è quella che più ci rappresenta a livello musicale… l’omonima canzone Acrylate… Insomma,è quella che più ci appartiene! E poi Acrylate ha un impatto live davvero impressionante!!!

Concordo sull’impatto live che ha Acrylate.Ora tocchiamo il tasto Chemical Defection,vostro primo full length che rende i metallari crotonesi davvero orgogliosi di voi. Raccontaci un pochettino della vostra esperienza nel registrare il vostro disco negli studi di Lucca e di come è stato registrare il primo album sotto contratto con una casa discografica.

Questo è un bel racconto al 90%. Be,si realizzava un sogno: per un gruppo underground,partire per registrare il suo primo full length negli studi Lucca fu un ottimo traguardo. Lavoravamo in sala prove anche otto ore al giorno e il resto lo passavamo in una casa presa in affitto a Lucca. Siamo stati là un mese: prima eravamo in tre,poi Luca è tornato a Crotone per motivi di lavoro dopo aver registrato le parti di batteria. Così rimasi con Gaetano. Ci svegliavamo la mattina e andavamo a provare in studio,facevamo qualche pausa quasi sempre solo per mangiare per poi tornare in sala prove e ritornare a casa ad ascoltare i pezzi fatti durante il giorno. Insomma,un’esperienza da togliere il fiato! Vivevamo in una mansarda sopra una villetta con una piscina. Il prezzo fu alquanto onesto. Nulla,ogni tanto ci prendevamo un po’ di relax facendoci il bagno in piscina (a settembre!) e ci sono stati anche tanti altri piccoli aneddoti che resero questo viaggio fantastico. Per esempio,quando io e Gaetano uscivamo il sabato sera,tornavamo la domenica mattina e ci facevamo le lasagne a colazione (ride,nda);ricordo anche che non comprammo neanche una bottiglia d’acqua perché per un mese andammo avanti solo con bevande alcoliche… Ah,quando andavamo a fare la spesa,dovevamo andare ad un supermercato che stava a 4 km dalla nostra residenza in bicicletta. Immaginatelo: facevamo anche il ritorno in bicicletta con addosso un borsone pieno di bevande alcoliche! Abbiamo fatto veramente schifo! Tutto sommato è stato un ricordo piacevole. La nota dolente è stata quando è iniziata la distribuzione dell’album poiché la casa discografica con cui eravamo in parola dichiarò fallimento e ci trovammo con nulla in mano con tantissime opportunità ma dovevamo cacciare molti soldi di tasca nostra e dovemmo rinunciare così alla tournée in Regno Unito che avevamo programmato. Eravamo ormai senza risorse economiche. La X-treme Risinig fallì e ci trovammo un album in mano e molte delusioni ma non per questo ci buttammo giù: autopromuovemmo il nostro album facendo tappe a Torino,Crotone,Bologna e Catania. Ci rimane comunque tantissima soddisfazione anche  per molte recensioni positive che se vai a vedere hanno assegnato all’album un punteggio dal 7 in su.

Mi ricordo: fu proprio in occasione di Chemical Defection che io vi vidi per la prima volta. È un album che secondo me le azzecca tutte: tecnica,virtuosismo e sound puramente thrash metal! È stato un vero peccato che le cose non andarono come avevate sperato.Se non sbaglio il disco fu poi mixato anche in Finlandia… vero? Nello studio dove di solito provano i Children Of Bodom,credo…

Grazie per i complimenti Sabba. Il mastering lo abbiamo fatto nei Feeling Focus Studios in Finlandia,dove registrano e fanno il mastering i Children Of Bodom e gli Amon Amarth… Fu davvero una svenata ma c’è la soddisfazione nell’avere fatto un mastering in questi studios di così alto livello con strumentazioni davvero costosissime e l’impatto nel disco cambia molto.

È stato un vero passo avanti per gli Acrylate! Qual è la che ti rende più soddisfatto di questo disco? E la cosa che invece vorresti rifare se potresti tornare indietro?

Diciamo che del disco,tutto mi rende soddisfatto,sono contento al 100% del lavoro svolto. Forse,la cosa che rifareri se potessi tornare indietro… beh…vorrei fare il tour in Inghilterra,quella sarebbe stata una bella esperienza…se potessi tornare indietro cercherei in tutti i modi di poterlo fare. Be,però potrebbe anche succedere in futuro. Chi lo sa? Vedremo

…e soprattutto molto produttivo per la band! Purtroppo  Crotone non è una città che da spazio a chi suona metal e da altre parti ricevereste molte più gratificazioni che vi dovreste meritare. Beh. Molti sono curiosi di sapere del futuro degli Acrylate. Ma prima: dopo le tappe per presentare Chemical Defection so che c’è stata una piccola pausa legata al fatto della dipartita di Luca. Luca fu poi rimpiazzato da Ciccio Rumore e Pino Ferraro si aggiunse come secondo chitarrista. Per quanto tempo vi fermaste? Com’è che Ciccio e Pino si ritrovarono nella band?

Sì,Luca ci ha dovuto lasciare per motivi di lavoro. La ditta in cui lavorava iniziava ad avere problemi… Pagamenti in ritardo… E dunque dovette lasciare la band per trovare un nuovo lavoro,per gli studi e per tante altre cose. Rimanemmo io e Gaetano e optammo per Ciccio che suonava con Gaetano nei Mad Monkey e fu quindi un rimpiazzo abbastanza facile visto che c’era un buon legame. Poi pensammo di mettere una seconda chitarra soprattutto per i live,per dare un impatto maggiore e arrichire la musica della band con gli assoli di Pino Ferraro. Cosa che si rivelò positiva dato che Pino è un ottimo chitarrista ed infatti il responso che abbiamo avuto da parte di amici e professionisti del settore fu ottimo. Poi anche Pino lasciò la band per motivi legati al lavoro e alla sfera personale e siamo rimasti di nuovo io,Gaetano e Ciccio. Vediamo ora se riusciamo a partorire un nuovo lavoro.

Infatti ora mi pare che siate fermi. So che avete composto Blood Of Christ,pezzo che ho sentito ad un live di supporto ai Novembre a Cosenza. Potrebbe essere un anticipo del nuovo album?Avete già pronti nuovi pezzi?

Sì,Blood Of Christ è uno dei pezzi nuovi scritto per il prossimo disco se riusciremo a farlo. La speranza è quella di riuscirci anche se non è facile visti i numerosi ostacoli che stiamo avendo adesso. Gaetano sta lavorando a Taranto e viene quando può,Ciccio ha aperto un’attività e anche lui è molto impegnato. Pezzi nuovi ne abbiamo,insieme a Blood Of Christ ci stanno altre tre. L’intenzione di continuare c’è,quindi speriamo bene. Vedremo cosa accadrà.

Quindi cosa si potrebbe dire del futuro degli Acrylate? C’è un’alta possibilità che la band che da tanto tiene in piedi le fondamenta del metal crotonese possa tornare alla carica?

Lo spero proprio! Abbiamo provato un paio di volte recentemente e la grinta e la voglia non mancano.,ancora riusciamo a cavarcela molto bene. Quindi speriamo di poter portare avanti questo nostro progetto a cui io ci tengo tantissimo e sono molto legato. Speriamo di riuscirci,vediamo come va.

Tutti in Calabria ci teniamo Max. Allora ci aspettiamo aggiornamenti positivi nel minor tempo possibile. Fai un bel saluto al Sabba Maledetto Metal Circle ed agli utenti che lo seguono. Aspetteremo notizie dagli Acrylate appena tornerete al lavoro.

Certo,la speranza è l’ultima a morire! Grazie Marco e grazie allo staff del Sabba Maledetto Metal Circle. Ti ringrazio per l’interesse che hai avuto verso gli Acrylate,fa sempre piacere sapere che c’è ancora del buono in questo genere che soffre sempre di più ma manteniamo alto l’onore del metal. Siamo sempre Metal Defender. Ciao a tutti e complimenti Sabba per quello che fai.

DISCOGRAFIA
Sounds & Fury - demo (2006)
S.S.: The Killing Road - demo (2007)
M.A.F.I.A. - demo (2008)
Chemical Defection (2011)

LINE UP
Max Frasca - voce e chitarra
Gaetano Lombardo - basso
Ciccio Rumore - batteria

FONTI
www.metal-archives.com
www.acrylate.it