martedì 20 agosto 2019

REPORTAGE XXV AGGLUTINATION METAL FESTIVAL (17/08/2019)

È estate,tempo di godersi le meritate vacanze dopo un inverno di lavoro (per chi lo ha!) da passare al mare,in montagna,in visita alle grandi città d’arte italiane… ma è anche il tempo di concerti all’aperto sotto il caldo sole estivo.                                                                                        
E anche questo anno,fra una moltitudine di concerti in Italia,non poteva mancare l’Agglutination Metal Festival,il più grande festival dedicato a tutti gli appassionati della musica metal del Meridione giunto ormai alla sua XXV edizione.                                                                                                                                  
Dopo essere giunto da Crotone mi dirigo subito in fila per comprare il biglietto con la speranza di vedere il primo gruppo della giornata,gli Scream Baby Scream,gruppo dalle tematiche horror di cui il sottoscritto ebbe l’onore di vederli già nel 2012,ma – a causa del mio ritardo e per i controlli della sicurezza all’ingresso – sono riuscito a guardare da lontano la band solo mentre eseguivano la performance di Scream Baby Scream ‘Til Death,una delle loro canzoni più conosciute.  È stato un peccato non riuscire a vedere gli Scream Baby Scream dal vivo una seconda volta poiché – ripeto! – ebbi già l’occasione di vederli spaccare dal vivo e il loro sound,molto simile a quello di gruppi come Alien Sex Fiend,Murderdolls e Wednesday 13;è stupefacente eseguito sui palchi: dategli subito un ascolto se non mi credete!                                                                      
Entrato nell’area concerto,inizio subito a farmi un giro fra gli stand a caccia di dischi fermandomi molto allo stand del negozio Detroit Rock City,sito in provincia di Lecce;metal shop fornitissimo di merchandising quali dischi e magliette esclusivamente dedicati alla musica metal. Mentre giro fra gli stand ho occasione di assistere allo show dei The Black,celebre band doom metal italiana guidati dal pittore e cantante Mario DiDonato,che ci immergono in un’atmosfera oscura ed esoterica con ritmiche abbastanza vicine allo stile dei Candlemass. Nonostante la fama,non conoscevo la band prima di ora ma sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle qualità vocali di DiDonato e posso affermare senza ombra di dubbio come egli sia un ottimo artista sotto ogni aspetto. Da segnalare anche la parte strumentale della band in cui chitarra,basso e batteria si uniscono insieme per creare un sound cupo e lugubre caratteristico del vero doom metal.                     
Finita la performance,i The Black lasciano spazio ai tunisini Carthagods,band già conosciuta fra il pubblico dell’Agglutination;ospiti che avrebbero dovuto suonare nel 2015 ma che persero l’occasione a causa di problemi ai visti turistici. I Carthagods,nonostante la lieve fama dai loro due album conquistano immediatamente il pubblico dell’Agglutination con il loro progressive-power metal dotato di una tecnica maestosa e di un virtuosismo fuori dal comune facendo conoscere il loro straordinario talento ai metallari italiani che dimostrano di apprezzare la band nordafricana la quale hanno potuto sfruttare questa breve esperienza per far girare il loro nome anche in Europa: che ciò gli possa servire come trampolino di lancio per la loro carriera? Fra gli applausi e le urla di stima del pubblico,i Carthagods lasciano spazio alla Strana Officina,storica band della scena heavy metal italiana.                                                                                                  
Appena finito il soundcheck,la Strana Officina apre subito le danze con Autostrada dei Sogni per poi proseguire con The Wolf Within,Non Sei Normale,Profumo di Puttana e molte altre;esaltando tutto il pubblico dell’Agglutination,onorato di assistere a una band che ha regalato una notevole quantità di onori alla musica metal d’Italia degli anni ’80. Nonostante l’età,Daniele Ancillotti dimostra ancora di essere un talento vocale unico mentre Dario Cappanera incanta tutti con i suoi magnifici assoli di chitarra,riportandoci tutti indietro nel tempo in cui il metal iniziava a prendere piede nel nostro paese.                                                          
Il pubblico ringrazia la Strana Officina,estremamente commossi per aver assistito alla loro performance e si preparano tutti a ricevere i terribili Carpathian Forest,band conosciutissima per aver contribuito allo sviluppo della seconda ondata di black metal insieme a gruppi come Mayhem,Emperor ed Immortal (secondo molte fonti,i Carpathian Forest erano anch’essi legati al famigerato Inner Circle).                                      
Appena sul palco,i Carpathian Forest “congelano” subito il sangue degli spettatori con canzoni quali Morbid Fascination Of Death,Black Shining Leather,Likeim,Sadomasochistic e tante altre,mettendo a nudo tutta la depravata follia della band norvegese. Le chitarre sono marcescenti e ronzanti che supportano la fetida voce di Nattefrost interrotta ogni tanto per suonare la sua armonica. Il pubblico dimostra il suo supporto alla band pogando al ritmo della lezza musica dei Carpathian Forest con Nattefrost che lancia ininterrottamente le bandiere della loro madrepatria in mezzo al pit (rischiando anche di arpionarmi ad un occhio se non avessi avuto i riflessi abbastanza pronti!).                                                                                             
Il gelo e le tenebre dominano così un’ora di concerto per poi “eclissarsi” lasciando spazio al ritmo molto più caldo dei Death Angel una delle più famose band del giro thrash metal americano. Appena Mark Osegueda sale sul palco,il pubblico si raccoglie doverosamente al centro del pit alzando le corna e pogando al ritmo di musica eccitatissimi di assistere alla performance della band californiana diventata di culto nella scena tharsh internazionale. Le canzoni Throne To The Wolves,Humanicide,Father Of Lies e The Dreams Calls Blood  sono eseguite grazie ai meravigliosissimi assoli di Rob Cavestany che sfoggia il suo inarrivabile talento che ha reso fin da sempre particolarmente tecnica la musica dei Death Angel che sul palco dell’Agglutination le hanno azzeccate tutte: sound,scaletta e carisma;nulla di ciò è stato trascurato e anche per questo 17 agosto hanno dimostrato che l’inserimento nella lista dei mostri sacri dell’heavy metal è stato giustamente meritato.                                                                                                                                                
E ormai,dopo la masnada di applausi da parte del pubblico verso i Death Angel tocca ai Napalm Death chiudere la giornata in bellezza.                                                                      
Neanche il tempo per Mark Greenway di salire in stage e il pubblico va subito in delirio pogando sulle note della furia anarchica dei Napalm Death da sempre politicamente impegnati verso il sistema sociale precostituito.  Il pesantissimo basso di Shane Embury e la micidiale batteria di Danny Herrera tengono il tempo alla rabbiosa voce di Greenway che urla tutto il suo odio in canzoni come Scum,You Suffer,Nazi Punks Fuck Off,The Kill e Life? con i fan che continuano in un moshing mortale e senza sosta.                                          
A tarda notte,questa meravigliosa giornata all’insegna del metal giunge purtroppo al suo termine e Gerardo Cafaro sale sul palco per ringraziare il fedele popolo dell’Agglutination che dimostra anche stavolta tutto il suo supporto al miglior festival metal di tutto il sud Italia. Siamo noi che dobbiamo ringraziare te Gerardo,ti siamo estremamente grati per quello che fai ogni anno per regalarci uno spettacolo che senza l’Agglutination non avremmo mai occasione di assistere: grazie ancora Gerardo,appuntamento alla prossima edizione!


sabato 10 agosto 2019

BEHEMOTH - Le trombe degli angeli caduti


Ci troviamo in Polonia,a distanza di pochi anni dal crollo del regime comunista;qui nel 1991,un chitarrista quattordicenne di nome Adam Michał Darski fondò una band black metal dal nome Behemoth che sarebbe diventata di riferimento da tutti i fan del metal estremo dell’Est Europa.                                                                                  
Adam iniziò a far conoscere la sua band adottando lo pseudonimo di Nergal e registrando l’album Endless Damnation primo demo di debutto.                                                                 Nel 1993,i Behemoth registrarono …From The Pagan Vastlands che fece conoscere la musica dei Behemoth nelle cerchie metal della Polonia,una sorta di black metal chiaramente ispirato al sound delle band che scatenarono quel famigerato inferno che fece molto parlare i media norvegesi nei primi anni ’90,dai testi inneggianti alle culture pagane dell’Europa orientale.                                         
Ben presto,il suono del gruppo acquisì peculiarità stilistiche differenti,lasciando emergere un death metal tecnico e brutale caratterizzato da produzioni sempre più moderne. Intanto,attorno alla figura di Nergal iniziarono ad avvicinarsi molti altri musicisti e nel 1995,con il loro primo full-length i Behemoth cominciarono il loro cammino musicale sulla Via della Mano Sinistra diventando una delle band più famose di tutto il metal estremo.



SVENTEVITH,GROM E PANDEMONIC INCANTATIONS: OSCURITÀ,FURIA E INFERNO
I Behemoth,guidati da Nergal e con nuovi musicisti all’interno,decisero che il 1995 era l’anno giusto per fare uscire il loro primo lavoro sotto il marchio di una casa discografica e grazie ad un contratto con la Pagan Records i Behemoth incisero Sventevith (Storming Near The Baltic).                                                                       
L’album è un lavoro che racchiude in sé un mix di oscurità e satanismo con leggeri contorni pagani evocati da gelide chitarre dalle note ultra-distorte e un ritmo di batteria profondo ma violento al tempo stesso. Il disco riscosse immediatamente un enorme successo e i Behemoth parteciparono a un tour che toccò moltissime tappe polacche dove sprigionarono fiamme e tenebre che avvolsero migliaia di spettatori curiosi di assistere alle esibizioni live dei demoni che stavano per scatenare la loro furia da lì in avanti.                                  
Al ritorno a casa,i Behemoth tornarono in studio e nel 1996 uscì Grom,secondo disco della infernale band polacca. Anche questo disco non si distacca dallo stile ispirato al black metal norvegese adottato in Sventevith e gli inni dedicati alle tradizioni folkloristiche della Polonia sono altrettanto evidenti e ben menzionati. Concluso il secondo tour polacco e dopo la pubblicazione dell’EP Bewitching The Pomerania,i Behemoth incrociarono la loro strada nel 1997 con Zbigniew Promiński,all’epoca studente della facoltà di medicina che divenne presto il batterista fisso della band sotto lo pseudonimo di Inferno. La scelta fu significativa: Inferno si rivelò un batterista fenomenale in grado di eseguire riff batteristici violentemente pazzeschi e brutali e sotto questa nuova formazione,i Behemoth pubblicarono nello stesso anno Pandemonic Incantations,ultimo album in cui sono visibili gli ossequi indotti alle atmosfere sataniche e pagane. Da qui in avanti,i Behemoth si distaccarono completamente dal genere adottato in principio e nel 1999 pubblicarono Satanica,disco che li portò fuori dall’universo underground e li fece divenire una delle band più apprezzate al livello mondiale.                                                                                                                                L’Inferno,con un’esplosione apocalittica,aveva liberato tre demoni decisi a scatenare tutta la loro micidiale furia su tutta la Terra!
SATANICA,THELEMA.6,ZOS KIA CULTUS E DEMIGOD: IL CAMBIO DI STILE E LA DEVOZIONE ALLA KABBALAH

Nel 1999 avvenne la prima svolta importante,con le influenze death metal che iniziarono ad avere un peso decisivo nelle composizioni dei Behemoth: il 1999 fu l’anno in cui uscì Satanica il nuovo lavoro che portò la band black-death metal polacca ad uscire dai meandri dell’universo underground e divenire affermatissima sui panorami mondiali della musica metal.                                                                                                                                  Satanica fu l’album che introdusse nella musica dei Behemoth degli arrangiamenti più complessi molto vicini al death metal dei Morbid Angel di Trey Azagthoth. Canzoni come Decade Of Therion,Ceremony Of Shiva e Chant For Eschaton 2000 lasciano inoltre intendere l’abbandono da parte dei Behemoth verso le liriche sataniche e pagane,e un interessamento verso temi orientati all’occultismo,al “thelema” ed alla kabbalah.                                                                                                                                   Satanica portò i Behemoth ad imbarcarsi per un tour mondiale per la sua promozione e la fama del trio polacco crebbe vertiginosamente in poco tempo riusciendo a diventare vere e proprie star del metal estremo al livello internazionale il cui nome divenne obbligatoriamente inserito quasi sempre nei festival dedicati alla musica heavy metal.                                                                                                                                     
Di ritorno dal tour,i Behemoth non riposarono sugli allori e nel 2000 uscì Thelema.6 l’assoluto capolavoro dei Behemoth che confermò il nuovo sound adottato su Satanica: le chitarre sono autentiche rasoiate omicide,Inferno sfoga tutta la sua furia sulla sua batteria che mostra una tenace resistenza alle potenti martellate dell’esecutore mentre la voce di Nergal canta con un growl di una rabbia demoniaca mai vista,in canzoni come Antichristans Phenomenon,Christians To The Lions e VINVM SABBATI.                                                          
Anche Thelema.6,come menzionato prima,si rivelò un grande successo e i Behemoth tornarono sui palchi di tutto il globo travolgendo i loro fan con la loro ira devastante.                                                                                                                        
Il 2002 fu l’anno in cui vide luce Zos Kia Cultus (Here And Beyond),VI disco che non tradisce di una sola nota il suo predecessore confermando le enormi e diaboliche capacità musicali dei Behemoth con i testi nuovamente inneggianti alla dottrina di Aleister Crowley in canzoni del calibro di Horns Of Baphomet (in cui alla fine della traccia si può sentire proprio la voce di Crowley),Here And Beyond (Titanic Turn Of Time),As Above So Below e Zos Kia Cultus.                                                                                                                                       È un nuovo straordinario successo,il disco,e il sound titanico dei Behemoth devastò ancora le platee di tutti i continenti.                                                                                                                                 
Il tour si rivelò lunghissimo,ma la furia ciclonica dei Behemoth era ben lontana dall’essere  rimpiazzata dalla stanchezza: e,infatti,eccoli di ritorno nel 2004 dal mondo occulto con l’esoterico Demigod,nuovo e VII capolavoro dei polacchi.                                         
In Demigod,i Behemoth si aprirono a tipologie di produzione più moderne che resero il lavoro batteristico di Inferno e il ruggito demoniaco di Nergal ancor più devastanti e ferali. Le elaborate sinfonie di Zos Kia Cultus vengono leggermente snellite senza perdere epicità;esemplari sono i pezzi quali Sculpting The Throne Of Seth,Demigod,Conquer All e XUL (in cui fu di ottimo contributo la partecipazione di Karl Sanders dei Nile in un assolo di chitarra) che identificano il genere come un death metal brutale,veloce e tecnico,arricchito da scale che rimandano a sonorità orientali trattando di temi come la trascendenza,il misticismo e l’arcano. Demigod fu l’album più completo dei Behemoth in cui l’estro musicale della band toccò l’apice: mai più i Behemoth raggiungeranno vette del genere!                                                                        
Si concluse così un cerchio che ha portato la fama dei Behemoth sulla bocca dei metallari di tutte le nazioni: la band era ormai riuscita ad affermarsi fra le cerchie mainstream del metal e nel 2007 registrarono The Apostasy dove la ferocia dei Behemoth raggiunse nuove vette di malvagità.


THE APOSTASY ED EVANGELION: LA STRADA VERSO SOPHIA
Nel 2007,i Behemoth tornarono sotto le luci della ribalta con il nuovo lavoro The Apostasy,disco composto da nuovi traguardi musicali: il sound feroce del black-death metal dei Behemoth è interrotto da escuzioni di pianoforte e strumenti a fiato e,a detta di Nergal,questa fatica costituì il loro lavoro più brutale,estremo e blasfemo per quanto riguarda i testi e gli arrangiamenti musicali in canzoni come At The Left Hand Of God, Inner Sanctum e Pazuzu. Finite le registrazioni,i Behemoth partirono per il tour di promozione fermandosi per registrare il live At The Arena Ov Aion – Live Ezkaton nel 2008 dove i Behemoth riproposero i loro migliori successi in studio. Ritornati in Polonia,i Behemoth decisero che i tempi erano maturi per un nuovo salto di qualità pubblicando conseguentemente Evangelion,disco dotato di un sound esplosivo,dai primi terribili rintocchi di Daimonos fino alla sepolcrale Lucifer. Anche in questo caso,le performance dei musicisti valgono l’acquisto del disco: la voce di Nergal è terrificante,mentre l’esecuzione di Inferno dietro le pelli è travolgente e tempestosa carica di una furia mai vista nel mondo musicale.                                                                
Grazie a questo lavoro,i Behemoth raggiunsero nuove vette di popolarità spostando il centro del movimento black metal dalla Norvegia verso l’est Europa affermandosi ufficialmente fra i ranghi dei mostri sacri del metal. Concluso il tour,i Behemoth si presero una lunga pausa fino al 2014,uscendo dall’Inferno con il nuovo The Satanist decimo disco di successo del gruppo.
THE SATANIST,I LOVE AT YOUR DARKEST ED ULTIMI ANNI
Dopo una pausa durata cinque anni,i Behemoth tornarono a seminare il terrore nel 2014 con The Satanist, disco che fu inserito fra i 20 migliori dischi dell’anno dalla rivista Rolling Stone,risultato notevole per una band che compone un genere estremo. Il disco fu seguito da un intensissimo tour lungo i 5 continenti e di conseguenza da una nuova pausa protrattasi fino al 2018,quando tornarono con I Loved You At Your Darkest. In questo momento,i Behemoth sono alle prese con un nuovo tour mondiale riuscendo a mantenere salda la loro celebrità raggiunta dopo un viaggio attraverso le Tenebre della Conoscenza riuscendo a spostare l’attenzione per  la musica metal estrema verso l’Europa dell’est che potrebbe essere considerata come terreno fertile per la nascita di una nuova corrente dell’heavy metal.


DISCOGRAFIA
Svenetevith (Storming Near The Baltic) - 1995
Grom - 1996
Pandemonic Incantations - 1997
Satanica - 1999
Thelema.6 - 2000
Zos Kia Cultus (Here And Beyond) - 2002
Demigod - 2004
The Apostasy - 2007
Evangelion - 2009
The Satanist - 2014
I Loved At Your Darkest - 2018

LINE UP
Nergal,voce e chitarra
Seth,chitarra ritmica
Orion,basso
Inferno,batteria

FONTI
G. Della Cioppa - Heavy metal. I contemporanei - Ed. Giunti
www.wikipedia.it