giovedì 25 luglio 2019

HANDFUL OF HATE - Odio,violenza ed oscenità


Ci troviamo a Lucca,una delle città più belle e solari della Toscana. Ed in una città così ridente nessuno avrebbe mai immaginato che nel 1993 sarebbe venuta fuori una delle band più aggressive e ultraviolente di tutta la storia del metal italiano,gli Handful Of Hate;gruppo che propone un black metal estremo,diabolico e micidiale come solo in pochi si trovano in giro.                                                                                                                                         
Gli Handful Of Hate furono fondati da Nicola Bianchi e,nonostante avesse le idee chiare fin dall’inizio,si trovò inizialmente con numerosissime difficoltà non riuscendo a trovare membri che potessero assicurargli una permanenza sufficientemente fissa all’interno della band. Quando la line-up riuscì finalmente a raggiungere una certa stabilità,gli Handful Of Hate pubblicarono Goetia Summa nel 1995,primo demo sprigionante un black metal brutale,dalle chitarre estremamente distorte ed una batteria ossessivamente martellante. Nello stesso anno,gli Handful Of Hate iniziarono le loro prime esibizioni live nel nord Italia e nel 1997,sotto commissione dell’etichetta discografica Northern Darkness Records la band pubblicò Qliphothic Supremacy,primo album ufficiale che darà il principio di una storia e di un successo che porterà alla generazione di una musica creata unicamente dai dannati per i dannati.
 QLIPHOTHIC SUPREMACY E HIERARCHY 1999: UNA DISCESA VERSO IL BARATRO DELLA FOLLIA

E così,grazie al contratto con la Northern Darkness Records,nel 1997 gli Handful Of Hate pubblicarono Qliphothic Supremacy,primo full-length della band in cui si sente un black metal dotato di una furia portata ai limiti dell’estremo,una miscela di oscenità e violenza sfogate attraverso “sguainate” di chitarra e le urla disgraziate di Nicola Bianchi. Grazie a canzoni come Reborn From The Ashes,Prophecy Of A New Assiah’s Supremacy e Undicies Ah-Qliphah,l’album divenne subito un grande successo e gli Handful Of Hate iniziarono i primi veri tour richiamando moltissimi fan del black metal,felici di pogare al ritmo dell’inferno sonoro creato dalla band.                                                                                                                                          Col ritorno a Lucca,gli Handful Of Hate tornarono in sala di registrazione e nel 1999 pubblicarono Hierarchy 1999,album che si differenzia notevolmente da Qliphothic Supremacy ma che comunque mantiene tutta la brutalità del suo predecessore. L’album divenne apprezzato soprattutto per pezzi come The XI Wings Of Death,Fleshcrawling Blasphemy e Scars Of Damnation e il nome degli Handful Of Hate tornò ad essere proposto ai live in Italia. Ritornati dal loro secondo tour gli Handful Of Hate registrarono un EP,anticipo di Vicecrown,III album di studio della band.

VICECROWN,GRUESOME SPLENDOUR  E YOU WILL BLEED: I DANNATI CONTINUANO AD URLARE
Dopo la pubblicazione dell’EP Death From Above nel 2001,gli Handful Of Hate tornarono sotto contratto pubblicando Vicecrown,divenuto molto conosciuto grazie a pezzi come Beating Violence,Risen To Abuse e Hierarch In Lust che evidenziano tutta la bestialità del disco.                                                                                                   
Il disco fu seguito da un nuovo tour e successivamente da altri due EP,per poi tornare con Gruesome Splendour nel 2006,nuovo disco pubblicato sotto consenso della casa discografica. È in questo disco che gli Handful Of Hate effondarono tutta la loro efferatezza con la belluina Livid (divenuta immancabile a tutti i loro concerti) e Grotesque In Pleasure,Rotten In Vice la cui fama iniziava a crescere anche oltralpe.                      
Anche questo disco diede seguito ad un intenso tour dove la musica “spacca-ossa” degli Handful Of Hate investiva con un’enorme ondata di violenza i fan giunti da ogni parte d’Italia.                                                             
Concluso il tour gli Handful Of Hate ritornarono nel 2009 con You Will Bleed,quinto successo in studio che dimostrò come gli Handful Of Hate riuscissero a comporre musica ancora con lo stesso spirito marcescente anche dopo quattro album di fila.                            Da qui in avanti,il nome mefistofelico degli Handful Of Hate diverrà estremamente popolare fra le schiere di fan del black metal italiane ed europee e nel 2013 tornarono fuori dalla sala prove con To Perdition,VI full-length.
TO PERDITION,ADVERSUS E ULTIMI ANNI
Ormai divenuti un gruppo di culto nell’ambiente black metal gli Handful Of Hate si diedero nuovamente da fare e,dopo un breve periodo di pausa,tornarono nel 2013 con To Perdition,album che ripropone il loro black metal d’artiglieria che tortura follemente chiunque presti il minimo ascolto.                                                                       
Il disco,una volta pubblicato fu seguito da un tour che toccò molte tappe d’Italia compreso il sud (si ricorda il concerto dove furono ospiti da headliner al Calabrian Metal Inferno di Catanzaro nel 2014).                                             
Finito il tour di To Perdition,gli Handful Of Hate prestarono circa sei anni di silenzio fino alla primavera del 2019 quando tornarono sotto lo sguardo dei demoni infernali con il nuovo successo in studio,Adversus.  Attualmente,gli Handful Of Hate sono sui palchi metal d’Italia per la promozione del loro VII lavoro decisi più che mai a seguire il loro insano cammino e a raccogliere a sé nuove schiere di anime per incatenarle nella perdizione eterna fra innumerevoli depravazioni ed oscenità di ogni tipo.
LA PAROLA A NICOLA BIANCHI
Hail satan Nicola! Benvenuto nel Sabba Maledetto Metal Circle. Grazie per il tempo che ci hai concesso. Prima di tutto,come è nato il progetto degli Handful Of Hate? Riuscisti ad avere immediatamente la strada spianata o trovasti qualche difficoltà?
Ciao e grazie a te per lo spazio che ci dai. Gli Handful Of Hate nacquero ufficialmente nel 1993 in autunno dopo che riuscii a chiudere la line up trovando un bassista. All’epoca trovare musicisti era molto difficile. Nacquero dalle ceneri dei Dust Of Darkness,band che mescolava black metal al dark ma rimase solo a livello nominale,eccetto un pezzo che scrivemmo Cure For Something Good.                                                                              
La strada non fu spianata e fu difficilissima sin da subito. Basti dire che nell’estate 1994 morì il nostro bassista Ugo Pandolfini. Da li accelerammo per riuscire a registrare il demo Goetia Summa che uscì nel 1995. Seguirono svariati cambi di line-up,casini enormi che si susseguivano regolarmente ma,se oggi sono ancora qua a raccontarvela,è stato per la tenacia e la coerenza che ho mostrato in questi 26 anni di storia senza mai arrendermi. Quando smetterò sarà per mia scelta.

Gli Handful Of Hate propongono un black metal di una violenza senza compromessi: è chiara l'influenza dei Marduk! Quali sono le altre band che influenzano la musica della band? E perché proprio loro?
Sin dall’inizio ci siamo ispirati ad un mix tra il black di origine svedese Bathory,primi due lavori dei Marduk,ma anche band proveniente dall'altra parte del mondo: Blasphemy e primi Morbid Angel. Per noi il connubio tra il black efferato ed il death metal più oscuro era la forma ideale di musica.

E i temi? Sembrano molto incentrati sulle oscenità e sulle depravazioni,quasi come nel brutal death metal. Perché vi siete distaccati dai temi classici del black metal come satanismo,oscurità ed anticristianesimo?
A differenza del Brutal o Grind,la nostra perversione è molto mentale ed estetica e non tocca il gore o lo splatter dal gusto medico. Le classiche tematiche Black le ho sempre reputate riduttive e puerili,almeno nei modi che le ho visto perpretare dalla maggior parte delle band. Stare ad urlare “Satan! Satan!” o inneggiare al ghiaccio ed alle foreste,beh,mi fa sorridere. Affrontiamo l’uomo,la mente,il Pensiero. Facciamo di certe tematiche un repertorio più “alto” e meno banale.

Esordiste con Qliphothic Supremacy nel 1997 diventando uni dei gruppi più significativi del black metal italiano. Riusciste a farvi notare fin da subito dalla Northern Darkness Records? Come avvenne l’esordio di preciso? Racconta
Ai tempi dopo aver stampato il demo Goetia Summa ed averne dati  in giro veramente tante copie partecipammo prima ad una compilation tape “Eternal Rest” curata da uno dei due soci della Northern Darkness Records con un pezzo inedito Undecies Ah-Qliphah e da li il passo fu breve. Erano altri tempi, ricordo che la prima stampa di un cd era 1500/1600 copie,cosa adesso impensabile. Bastava un po’ di impegno e costanza e vendevi,spargendo copie in giro per l’Europa ed il mondo con molta facilità. Uscì l’album nel 1997 e da li un po’ di live in giro. Sarebbe bastato un po’ più di impegno da parte dell’unico socio rimasto nell’etichetta per promuovere ed evadere tutte le richieste di questo album e del successivo ed avremmo fatto ottimi numeri. Ora il primo album è stato ristampato su cd,il secondo Hierarchy 1999 è sold out da almeno 2 anni... Ci stanno arrivando proposte per ristampare entrambi su vinile... vedremo.

Da quanto tempo suoni la chitarra? Come hai iniziato? Come e quando hai iniziato ad ascoltare metal? Quali sono i musicisti che ti hanno fatto venire la passione per questa musica e - conseguentemente - la voglia di suonare?
Ho iniziato a suonare chitarra classica a 10 anni circa. Poi il conservatorio. A 14 anni (prima liceo) mi era presa bene per le copertine con tutti quei mostri e simboli della band metal (Eddie degli Iron Maiden,per esempio). Iniziai con The Number Of The Beast,poi AC/DC Back in Black... dopo poco ero già a Sepultura,Obituary,Morbid Angel,Bathory e così via... Non ho un chitarrista in particolare che mi ha ispirato. Ne stimo molti,ma è la musica che mi trascina più di ogni altra cosa.

E la devozione per il black metal come è nata? Cosa rappresenta il black metal per te?
Dall’inizio fino a qualche anno fa era una filosofia di vita. Adesso ti accorgi che,dopo tanti anni,un certo genere musicale ti entra dentro e diventa una parte di te. Un modo di pensare,di vivere,di costruire la tua vita. Non senti più la necessità di “apparire” perché lo sei dentro. Riguardo la nascita io ho rincorso e subito il fascino dei generi estremi. Sempre di più,sempre oltre.... ed il black metal per me era il più completo ed estremo di tutti all’epoca.

Parliamo un po’ di Adversus,il vostro nuovo full length pubblicato nella primavera di questo anno. Su cosa sono incentrate le tematiche? Qual è il tema principale dell’album? Sei pienamente soddisfatto o ci sono delle parti che vorresti fare qualche ritocchino? Ritieni che la risposta del pubblico sia stato abbastanza positiva nei confronti di questo nuovo sforzo?
Adversus è uscito lo scorso 10 maggio;al momento tutte le persone che lo hanno ascoltato,sia amici sia nuovi supporters,sono rimasti entusiasti. L’album ha avuto una gestazione lunghissima dovuta a mille problemi ma alla fine ci siamo riusciti. E' indubbio e normale che riascoltando i tuoi lavori faresti sempre qualche piccolo ritocco. In questo caso,rispetto ai dischi precedenti,ritoccherei veramente poco.                     
Il concept dell’artwork è basato sulla rivisitazione del “Book Of Kells” un testo agiografico altomedievale. Nella band ci sono due storici del Medioevo: io ed Andrea. Ho sempre dato un tocco di storia nei miei testi ed anche nei miei artworks. Questa volta il contributo è stato preponderante. Le tematiche sono quelle da anni affronto anche se negli ultimi 3 album è aumentato l’interesse verso l’iconografia,il martirio,la penitenza escatologica e la tortura.

Come giudichi l’accoglienza della musica degli Handful Of Hate in Italia? Ed all’estero? Dove ritieni che gli Handful Of Hate siano maggiormente apprezzati?
All’estero,facendo fatica a farci conoscere,anche perché non abbiamo una continuità costante di tour e date di supporto alle releases,dobbiamo ogni volta conquistarci il pubblico cercando di impressionare e fare la differenza. Ci sono paesi dove siamo un poco più conosciuti quali Spagna,Nord della Francia,Grecia e qualche altra regione tra Germania,Rep. Ceca etc. E' indubbio che il grosso del pubblico sia in Italia.

Voi siete di Lucca se non sbaglio... ritieni che la scena metal a Lucca permetta possibili nascite di band che abbiano voglia di suonare questo genere?
Io sono di Lucca ed Andrea (Chitarra) di Pietrasanta (prov. di Lucca). Qua in giro io non vedo una scena metal e neppure molti musicisti. Forse sono io poco informato ma la mia città è sempre stata piuttosto povera di bands estreme ed ora ancor di più.

Sembra che oggi i giovani metallari non supportino più il metal con la giusta devozione come accadeva tanti anni fa. Perché,secondo te? Cosa è cambiato rispetto al passato?
Conseguenza del mondo social? Sinceramente non saprei. Io ho sempre seguito la musica. I proclami,le chiacchiere e molte dichiarazioni pseudo acculturate (imbarazzantissime) nel Black Metal le ho ignorate. Forse è anche per questo che la mia band non è mai stata inserita a pieno nel genere o ha sempre fatto vita a se?

Perfetto Nicola abbiamo finito. Ti ringraziamo per la tua disponibilità . Fai un saluto allo staff del Sabba Maledetto Metal Circle.
Grazie a tutti per lo spazio e la chiacchierata. Invito chiunque a venirci a vedere live. Questo è il modo migliore per supportare una band.

LINE-UP
Nicola Bianchi,chitarra e voce
Andrea Toto,chitarra
Luca Buti,basso

Aeternus,batteria

DISCOGRAFIA
Qliphothic Supremacy,1997
Hierarchy 1999,1999
Vicecrown,2003
Gruesome Splendour,2006
You Will Bleed,2009
To Perdition,2013
Adversus,2019

FONTI


martedì 23 luglio 2019

I MIGLIORI DISCHI HEAVY METAL - STORMLORD At The Gates Of Utopia

In attesa della prossima band da recensire,pubblichiamo un nuovo articolo su un altro dei dischi che ha significato molto per me durante la mia carriera da metallaro: oggi,recensiremo At The Gates Of Utopia degli Stormlord,una delle migliori band del nostro paese.   
At The Gates Of Utopia,secondo album di studio degli Stormlord,fu pubblicato il 23 novembre 2001 e presenta tutte le qualità ed i canoni che ne fanno il migliore di tutta la carriera della band capitolina: il disco è un concentrato di enorme eterogeneità musicale con alternanza di ritmiche laceranti di chiara influenza black/death metal e soavi e melodici suoni classici che richiamano ad atmosfere epiche ed ascetiche che differenzia tutta l’essenza dell’album. Pierangelo Giglioni s’impegna con enormi sferzate di chitarra che “avversano” le morbide note della tastiera di Simone Scazzocchio fondendo la gelida rabbia del metal estremo con i suoni epocali della musica classica in maniera incredibilmente azzeccata. In contemporanea a questo “duello” fra la meschinità chitarristica e la virtuosità delle tastiere,la batteria di David Folchitto martella a ritmi disumani tenendo il tempo con uno stile folle ma adeguatamente controllato  evitando anche il minimo errore,mentre Francesco Bucci accompagna il tutto con il suo basso dal sound cupo e profondo. Per finire,come ciliegina sulla torta,abbiamo la voce di Cristiano Borchi che con un’alternanza fra epiche voci angeliche,scream che straziano l’aria e growl ruggenti dà prova della sua abilità vocale dimostrando un geniale talento nel cantare in ogni stile esistente senza mai una pausa per riprendere fiato.                     
At The Gates Of Utopia è l’autentico ed indiscutibile capolavoro degli Stormlord: mai più la voce di Cristiano toccherà vette del genere,la chitarra e la tastiera non saranno mai più coordinate come in questo album… At The Gates Of Utopia è l’album che racchiude in sé la vera essenza della musica della band di Roma,tutta la sostanza che rappresenta lo stile degli Stormlord: da ascoltare assolutamente! 


LE CANZONI
L’album si compone di nove tracce,tutte quante suggestive in grado di trasportare l’ascoltatore in atmosfere intrise di misticismo ed eroismo attraverso l’epicureo e singolare black/death metal melodico degli Stormlord.                                                                                                                                                      
Il disco si apre con Under The Samnities’ Spears,la canzone che rivendica le gloriose stirpi dei Sanniti,l’antico popolo abitante l’Italia centrale che riuscì ad imporre una tenace resistenza alla belligerante occupazione da parte dei Romani (si dice che i Sanniti si piegarono alla volontà di Roma dopo ben tre guerre sanguinarie).                                                                                                                                                  
Si prosegue con I Am Legend,canzone che tratta le vicende narrate nel romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda,dove il protagonista Robert Neville si trova costretto a combattere contro esseri umani tramutati in vampiri da un batterio in un mondo dove i pochi sopravvissuti al killer biologico lo hanno abbandonato al suo destino. La canzone colpisce subito con i violenti e sinistri riff di chitarra che accompagnano un video dove si vedono zombie che lacerano e mangiano i corpi di varie vittime umane non ancora tramutate in morti viventi da una “singolare” epidemia infettante al livello globale.                                                                              
La terza traccia inizia con una strofa cantata da Francesco Bucci in uno stile usato sui palchi di un teatro dell’opera per poi lasciare spazio alle spaventose urla di Cristiano e,fra le evocative sinfonie e le violente rullate batteristiche,abbiamo Xanadu (A Vision In a Dream) descrivente l’omonima città costruita dall’imperatore mongolo Kubla Khan;a cui è dedicato il poemetto incompiuto scritto da Samuel Taylor Coleridge sotto effetto dell’oppio dimostrando come il potere dell’immaginazione è in grado di dare vita a mondi e spazi incommensurabili oltre il reale.                                                                                                                       
Si prosegue con …And Winter Was in cui si racconta il celebre mito del ratto di Persefone da parte del dio Ade per farne la sua sposa e di conseguenza,Demetra – madre di Persefone – scatena la sua collera sul mondo dei mortali con un lungo e gelido inverno che abbatte le coltivazioni e i prodotti della madre Terra. Vi è un momento di “stacco” con il pezzo strumentale At The Gates Of Utopia per poi tornare all’assalto con The Curse Of Medusa,canzone che fra un’alternanza ritmica talmente coordinata da lasciare senza fiato è scritta in onore del Gorgone,famigerato demone con i serpenti al posto dei capelli della mitologia ellenica che aveva il potere di tramutare in pietra chiunque la guardasse.                                                                                            
The Burning Hope,la settima traccia dell’album,racconta invece del celebre Prometeo,eroe che rubò il fuoco (simbolo del progresso) agli dei per darlo agli uomini e perciò Zeus lo incatenò per poi gettarlo nel Tartaro come punizione per questo suo affronto.                                                                                                                                     Siamo quasi all’epilogo di questo concentrato di mitologia mediterranea;a questo punto arriviamo a parlare di A Sight Inward,canzone che racconta la storia di Euridice,la ninfa moglie di Orfeo rimasta uccisa dal morso di un serpente e che Orfeo,disperato,andò a riprendersela dal regno dei morti per poi perderla per sempre in quanto non seguì il consiglio di Ade e Persefone di non guardarla prima di essere usciti fuori l’oltretomba. A conclusione di questo immenso capolavoro vi è la prodigiosa The Secrets Of The Earth che spegne la magia di uno degli album più virtuosi della storia del metal partorito dall’unione di vari generi estremi,creando una sola musicalità grazie all’inarrivabile fantasia e formidabile estro artistico degli Stormlord.

LINE UP
Cristiano Borchi,voce
Pierangelo Giglioni,chitarra
Francesco Bucci,basso
David Folchitto,batteria
Simone Scazzocchio,tastiere

FONTI


venerdì 12 luglio 2019

FLESHGOD APOCALYPSE - La potenza dell'universo


Siamo nel cuore dell’Italia centrale dove si possono ascoltare le note di un gruppo che suona metal con un sound ed una grinta decisamente potenti.                                                                                                                               
Nel 2007,i Tyrannical Ethical Reconstruction si sciolsero ed il cantante Francesco Paoli,il bassista Paolo Rossi ed il batterista Francesco Struglia decisero di raccogliere le ceneri della band defunta per risorgere con il nome di Fleshgod Apocalypse,ai quali si aggiunse Cristiano Trionfera come chitarrista solista completando definitivamente la line-up. Nello stesso anno,i Fleshgod Apocalypse autoprodussero il loro primo demo, Promo ’07,che nel 2008 li permise di raggiungere una fama molto discreta e di essere invitati a produrre uno split-album con i Septycal Gorge,gli Onirik e i Modus Delicti con il nome di Da Vinci Death Code.                      
Contattati dalla Willowtip Records,la band iniziò a scrivere materiale per il loro primo full-length ma dovette temporaneamente togliere piede dall’acceleratore a causa di un piccolo incidente di percorso: Struglia lasciò la band a causa di alcune divergenze musicali e il suo posto fu occupato presto dal giovane batterista degli Hour Of Penance,Mauro Mercurio. L’ingresso di Francesco Ferrini nella band alle tastiere contribuì ad aggiungere degli originalissimi arrangiamenti orchestrali e la musica dei Fleshgod Apocalypse subì una notevole svolta stilistica: dal brutal-death metal degli esordi si passò ad un technical-death metal sinfonico che sarebbe diventato il vero marchio di fabbrica del gruppo.                                                                   
Nel 2009,Oracles,primo full-length del gruppo approdò finalmente sugli scaffali dei negozi di dischi e i Fleshgod Apocalypse divennero un vero vanto della musica metal italiana.


 L’APOCALISSE SI SCATENA: ORACLES

Con la nuova formazione,i Fleshgod Apocalypse registrarono Oracles,primo successo commerciale della metal band italiana.                                                                                      Il disco promuove un death metal letale e dotato di una furia mostruosa liberata nei pezzi come Oracles,At The Guillotine e As Tyrants Fall;ma allo stesso tempo controllata e sorretta dal sound sinfonico della tastiera di Ferrini che danno all’album un’esemplare impronta neoclassica.                                                                           La band partì in tour,ma si trovò costretta a riorganizzare la sua formazione essendo priva di un batterista che potesse seguirli in sede live. Paoli divenne,di conseguenza,il nuovo batterista della band,Rossi si assunse l’onere di piazzarsi davanti al microfono e il ruolo di chitarrista ritmico fu assegnato a Tommaso Riccardi che successivamente occuperà la postazione di Rossi.                                                                                             
Il tour promozionale dell’album ricevette un’accoglienza molto generosa da parte della comunità metal italiana ed estera e nel giugno 2010 la band rientrò in studio e produsse l’EP Mafia con Ferrini nuovamente occupato negli arrangiamenti orchestrali diventando membro fisso dopo la pubblicazione del disco.                              
Terminate le registrazioni in studio dell’EP,l’anno che seguì fece giungere per i Fleshgod Apocalypse il traguardo più importante della loro carriera: nel maggio 2011,l’etichetta tedesca Nuclear Blast Records,una delle più importanti case discografiche heavy metal,mise sotto contratto la band e produsse Agony,secondo successo  del gruppo portando i Fleshgod Apocalypse ad essere una delle band più acclamate a livello internazionale.

AGONY,LABYRINTH E KING: I FLESHGOD APOCALYPSE CONTINUANO A DISTRUGGERE
Sotto la guida della Nuclear Blast Records,i Fleshgod Apocalypse scrissero e produssero Agony,album che fece decollare la band verso una fama ed un successo chiaramente destinati a diventare planetari.               
L’album ricalca lo stesso stile di Oracles: duro e micidiale,ma maestosamente “interrotto” dalla tecnica sinfonica delle tastiere;il disco fu supportato da un’intensa attività live dove pezzi come The Violation,The Forsaking,Agony e Temptation furono ascoltati attraverso le tappe lungo i cinque continenti.                                     
Il 16 agosto 2013 fu pubblicato Labyrinth,album che vide come ospite la voce soprano di Veronica Bardacchini che diverrà ben presto membro fisso della band affiancando lo spietato growl di Riccardi nelle canzoni dell’album e nelle tappe live tenute dai Fleshgod Apocalypse. Labyrinth può essere giudicato come l’album in cui la musica dei Fleshgod Apocalypse si esprime nel modo migliore ed in tutta la sua perfezione ed essenza: la favolosa tecnica strumentale raggiunge i massimi livelli d’ispirazione,le sferraglianti note delle chitarre elettriche si completano al 100% con le orchestrali melodie delle tastiere mentre la distruttiva voce di Riccardi si sposa con la profonda e soave voce della Bardacchini,il tutto sostenuto dall’apocalittica batteria di Paoli. Inutile ripetere che l’album ricevette recensioni meritevolmente positive tali da regalare le giuste soddisfazioni che spettarono ai Fleshgod Apocalypse.                                                                                         
Nel 2016,i Fleshgod Apocalypse tornano sulle luci della ribalta con King,anch’esso grande successo e ben accolto dai fan felici di supportare una band che riesce a tenere fede alla sua fama sperimentando nuove sonorità ogniqualvolta che sforna un nuovo album. La band è ormai palesemente conosciuta a livello globale e il suo nome si vede scritto sui flyer di moltissimi festival heavy metal,anche di un certo rilievo.  Purtroppo,nel 2017,Riccardi lasciò la band e i Fleshgod Apocalypse si trovarono costretti a rallentare il loro potente carro armato che fino ad ora stava vincendo in ogni campo di battaglia in cui portasse la sua presenza.                                                                                                                                                                                   

INGRESSO DI FOLCHITTO E NUOVO ALBUM
L’allontanamento di Riccardi fu un duro colpo per la band ed i suoi fan,ormai convinti che nulla potesse far avvenire un evento che rischiasse di far rallentare – o addirittura far precipitare – la carriera di una band ormai affermata sulle scene mondiali della musica metal;ma la furia dei Fleshgod Apocalypse era ben lontana dall’essere completamente placata: senza perdersi d’animo reclutarono il talentuoso batterista David Folchitto,già noto negli ambienti per essere il batterista degli Stormlord,occupando il posto dietro le pelli;mentre Francesco Paoli riprese in mano la sua chitarra e tornò ad essere il frontman della band.                             
Nello stesso periodo,anche il chitarrista Cristiano Trionfera lasciò il suo posto per dedicarsi al management della band e fu prontamente sostituito da Fabio Bartoletti dei Deceptionist.                                                                
Con questa nuova spaventosa line-up,i Fleshgod Apocalypse annunciarono con il video del singolo Sugar di essere al lavoro su Veleno,nuovo full-length della band che non tradisce di una sola nota lo spirito tirannico che originò la furiosa Bestia nel 2007. A questo punto,la mia penna si ferma: come voi anch’io attendo di ascoltare il nuovo album e sono molto propenso a credere che neanche stavolta i Fleshgod Apocalypse saranno in grado di deluderci perché essi sono quel tipo di band che nonostante il successo conquistato negli anni non sono mai scesi a compromessi e continuano a proseguire la loro carriera con la stessa furia che innescò il Big-Bang che originò una band divenuta un motivo di grande orgoglio del metal tricolore.



LINE UP
Francesco Paoli,voce e chitarra
Fabio Bartoletti,chitarra
Paolo Rossi,basso
David Folchitto,batteria
Francesco Ferrini,tastiere
Veronica Bardacchini,voce soprano

DISCOGRAFIA
Oracles,2009
Agony,2011
Labyrinth,2013
King,2016
Veleno,2019

FONTI
www.wikipedia.it
www.metal-archives.com

lunedì 8 luglio 2019

COIL COMMEMORATE ENSLAVE - Pessimismo leopardiano

Siamo nel sud Italia,in una delle zone più isolate della penisola ed è nella provincia di Matera che nel 2008 Simone detto “Consalvo” (nome di un personaggio della poesia leopardiana rimasto disilluso per una storia d’amore finita male) e Marco “Bruto Minore” Stano fondarono i Coil Commemorate Enslave gruppo che suona una sorta di black-doom metal alquanto malinconico intriso di puro pessimismo di stampo leopardiano.                                                                                                                                            Nel 2008,il duo fece uscire il suo primo demo Agl’infanti provido è il sonno eterno in cui subito si notarono le note marce e armoniche che evocano nell’aria quell’enorme senso di vuoto che pervade l’animo di ogni essere umano. Nel 2014,dopo sei anni di silenzio,i Coil Commemorate Enslave pubblicarono il loro primo full-length L’Infinita Vanità del Tutto dalla ATMF,album dalla musica graffiante e melodica con ritmi sferzanti ed atmosfere decadenti che sembrano un mix degli ultimi lavori di Burzum e thrash metal. È da notare,in questo album,l’intuitissimo riff in Amarissima allor la Ricordanza. Anche questo album il ritmo suona i canti poetici di Giacomo Leopardi,poeta della letteratura italiana che ormai risulta palesemente e follemente ammirato da Consalvo.             
L’anno successivo,i Coil Commemorate Enslave tornarono in studio e ne uscirono con Maxima Moralia Sovraumanità,EP che trascende gli stilemi classici del genere ma sempre rielaborati secondo le loro idee musicali esprimendo tutto il loro pessimismo realista e decadenza.                    
Attualmente,i Coil Commemorate Enslave sono ritornati in campo con The Unavoidable,disco che segna un superamento del pessimismo leopardiano verso una forma di nichilismo senza fine urlato disperatamente da Daniele Rini dei Ghost Of Mary. L’album presenta accordi a nota singola e ritmi serrati di batteria che raccolgono a sé atmosfere cupe ed angoscianti tipiche della band.                                                                                          
E mentre voi leggete queste righe,Consalvo e la sua band proseguono nel loro cammino musicale,destinati ad essere eternamente vittime della condanna dell’”infinito”.

LINE UP
Consalvo - voce,chitarra,basso,batteria

DISCOGRAFIA
L'Infinita Vanità del Tutto - 2014
The Unavoidable - 2019

FONTI
www.metalhammer.it
www.metal-archives.com
                                                                                                                                           
                              

venerdì 5 luglio 2019

ALT MODEL - Le gnocche dell'heavy metal

Oggi,cari metallari,riapriamo la sezione dedicate alle nostre belle ragazze che,per puro estro artistico,mostrano le loro bellissime membra prestandosi per servizi fotografici posando in stile gothic,punk o alternative. Oggi vi faccio conoscere Nat Lady-Redstone,una delle più sexy alt model francesi.

NOME Nat Lady-Redstone 
LUOGO DI NASCITA Marsiglia,Francia






Se vuoi saperne di più su Nat Lady-Redstone,visita il suo sito www.lady-redstone.book.fr