mercoledì 1 maggio 2019

I MIGLIORI DISCHI HEAVY METAL - IRON MAIDEN The Number Of The Beast


E con oggi,cari metallari,inauguriamo una nuova sezione nel Sabba Maledetto Metal Circle,dedicata alla recensione degli album che ci hanno fatto alzare le corna in alto verso il cielo e regalato emozioni uniche a intere generazioni di ascoltatori del “metallo pesante”. Inizieremo recensendo uno dei migliori capolavori della storia del metal,il disco presente nella collezione di CD di ogni vero metallaro,il celebre The Number Of The Beast degli Iron Maiden.



Pubblicato il 22 marzo 1982 dalla EMI,The Number Of The Beast è il terzo album di studio degli Iron Maiden e il primo album dove Bruce Dickinson mette a nudo tutte le sue straordinarie qualità vocali nel quartetto britannico. La copertina dell’album battezza Eddie come autentica icona del metal e divenne storica. Il CD presenta sonorità palesemente heavy metal che hanno gettato le prime vere e proprie basi del NWOBHM. L’album sprigiona melodie ed assoli di splendide qualità che accompagnano riff taglienti ed infuocati a sostegno degli squillanti acuti di Bruce Dickinson,voce che si autentica come vero dono concesso da Madre Natura. Il CD risultò come il maggior successo commerciale del gruppo vendendo circa 14 milioni di copie nel mondo. Andiamo adesso a scoprire tutta la sostanza del disco,analizzando i brani di questo autentico pezzo da museo del rock.


I BRANI


I brani presenti nell’album riflettono tutta la fantasia e la cultura degli Iron Maiden. Andiamoli a vedere tutti uno per uno:                                                                                                        Il disco si apre con Invaders,brano che racconta la storia (Bruce Dickinson è laureto in discipline storiche) dell’invasione vichinga in Inghilterra. Segue Children Of The Damned,lento brano che racconta di bambini dotati di poteri telecinetici e costretti a lottare per la propria sopravvivenza. La terza traccia è The Prisoner, ispirata all’omonima serie britannica del 1967 dove un ex agente dei servizi segreti britannici viene fatto prigioniero in un luogo misterioso e privato di tutti i suoi diritti di essere umano. 22 Acacia Avenue è la quarta traccia del disco e il titolo corrisponde all’indirizzo in cui la prostituta Charlotte incontrava i suoi clienti.                                                                                         
La quinta traccia è il singolo più popolare dell’album,The Number Of The Beast;canzone conosciuta per il lunghissimo grido acuto di Dickinson. Il pezzo è stato scritto dal bassista Steve Harris ispirato da un sogno fatto dopo aver visto il film La maledizione di Damien e narra la storia di un uomo che vaga in un paesaggio infernale ed apocalittico con persone che svolgono orge e sacrifici satanici. L’uomo,dapprima disgustato, viene poi rapito da questo spettacolo ripugnante e decide di diventarne partecipe.               
Segue la canzone Run To The Hills e parla dell’invasione degli europei nel continente americano (la prima strofa è scritta pensando al punto di vista dei nativi americani,le ultime due tengono conto del pensiero dei soldati europei).                                                                                                                  
Gangland è la settima traccia e descrive le paure che si hanno quando si appartiene a delle gang criminali.  A chiusura dell’album vi è l’angosciante Hallowed Be Thy Name dove un condannato a morte trasmette tutte le sue ansie all’ascoltatore in un crescendo sempre maggiore di tristezza e paura.

FORMAZIONE
Bruce Dickinson (voce)
Dave Murray (chitarra)
Adrian Smith (chitarra)
Steve Harris (basso)
Clive Burr (batteria)

FONTI
L. Signorelli - Metallus. Il grande libro dell'heavy metal - Ed. Giunti
www.wikipedia.it

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