martedì 23 luglio 2019

I MIGLIORI DISCHI HEAVY METAL - STORMLORD At The Gates Of Utopia

In attesa della prossima band da recensire,pubblichiamo un nuovo articolo su un altro dei dischi che ha significato molto per me durante la mia carriera da metallaro: oggi,recensiremo At The Gates Of Utopia degli Stormlord,una delle migliori band del nostro paese.   
At The Gates Of Utopia,secondo album di studio degli Stormlord,fu pubblicato il 23 novembre 2001 e presenta tutte le qualità ed i canoni che ne fanno il migliore di tutta la carriera della band capitolina: il disco è un concentrato di enorme eterogeneità musicale con alternanza di ritmiche laceranti di chiara influenza black/death metal e soavi e melodici suoni classici che richiamano ad atmosfere epiche ed ascetiche che differenzia tutta l’essenza dell’album. Pierangelo Giglioni s’impegna con enormi sferzate di chitarra che “avversano” le morbide note della tastiera di Simone Scazzocchio fondendo la gelida rabbia del metal estremo con i suoni epocali della musica classica in maniera incredibilmente azzeccata. In contemporanea a questo “duello” fra la meschinità chitarristica e la virtuosità delle tastiere,la batteria di David Folchitto martella a ritmi disumani tenendo il tempo con uno stile folle ma adeguatamente controllato  evitando anche il minimo errore,mentre Francesco Bucci accompagna il tutto con il suo basso dal sound cupo e profondo. Per finire,come ciliegina sulla torta,abbiamo la voce di Cristiano Borchi che con un’alternanza fra epiche voci angeliche,scream che straziano l’aria e growl ruggenti dà prova della sua abilità vocale dimostrando un geniale talento nel cantare in ogni stile esistente senza mai una pausa per riprendere fiato.                     
At The Gates Of Utopia è l’autentico ed indiscutibile capolavoro degli Stormlord: mai più la voce di Cristiano toccherà vette del genere,la chitarra e la tastiera non saranno mai più coordinate come in questo album… At The Gates Of Utopia è l’album che racchiude in sé la vera essenza della musica della band di Roma,tutta la sostanza che rappresenta lo stile degli Stormlord: da ascoltare assolutamente! 


LE CANZONI
L’album si compone di nove tracce,tutte quante suggestive in grado di trasportare l’ascoltatore in atmosfere intrise di misticismo ed eroismo attraverso l’epicureo e singolare black/death metal melodico degli Stormlord.                                                                                                                                                      
Il disco si apre con Under The Samnities’ Spears,la canzone che rivendica le gloriose stirpi dei Sanniti,l’antico popolo abitante l’Italia centrale che riuscì ad imporre una tenace resistenza alla belligerante occupazione da parte dei Romani (si dice che i Sanniti si piegarono alla volontà di Roma dopo ben tre guerre sanguinarie).                                                                                                                                                  
Si prosegue con I Am Legend,canzone che tratta le vicende narrate nel romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda,dove il protagonista Robert Neville si trova costretto a combattere contro esseri umani tramutati in vampiri da un batterio in un mondo dove i pochi sopravvissuti al killer biologico lo hanno abbandonato al suo destino. La canzone colpisce subito con i violenti e sinistri riff di chitarra che accompagnano un video dove si vedono zombie che lacerano e mangiano i corpi di varie vittime umane non ancora tramutate in morti viventi da una “singolare” epidemia infettante al livello globale.                                                                              
La terza traccia inizia con una strofa cantata da Francesco Bucci in uno stile usato sui palchi di un teatro dell’opera per poi lasciare spazio alle spaventose urla di Cristiano e,fra le evocative sinfonie e le violente rullate batteristiche,abbiamo Xanadu (A Vision In a Dream) descrivente l’omonima città costruita dall’imperatore mongolo Kubla Khan;a cui è dedicato il poemetto incompiuto scritto da Samuel Taylor Coleridge sotto effetto dell’oppio dimostrando come il potere dell’immaginazione è in grado di dare vita a mondi e spazi incommensurabili oltre il reale.                                                                                                                       
Si prosegue con …And Winter Was in cui si racconta il celebre mito del ratto di Persefone da parte del dio Ade per farne la sua sposa e di conseguenza,Demetra – madre di Persefone – scatena la sua collera sul mondo dei mortali con un lungo e gelido inverno che abbatte le coltivazioni e i prodotti della madre Terra. Vi è un momento di “stacco” con il pezzo strumentale At The Gates Of Utopia per poi tornare all’assalto con The Curse Of Medusa,canzone che fra un’alternanza ritmica talmente coordinata da lasciare senza fiato è scritta in onore del Gorgone,famigerato demone con i serpenti al posto dei capelli della mitologia ellenica che aveva il potere di tramutare in pietra chiunque la guardasse.                                                                                            
The Burning Hope,la settima traccia dell’album,racconta invece del celebre Prometeo,eroe che rubò il fuoco (simbolo del progresso) agli dei per darlo agli uomini e perciò Zeus lo incatenò per poi gettarlo nel Tartaro come punizione per questo suo affronto.                                                                                                                                     Siamo quasi all’epilogo di questo concentrato di mitologia mediterranea;a questo punto arriviamo a parlare di A Sight Inward,canzone che racconta la storia di Euridice,la ninfa moglie di Orfeo rimasta uccisa dal morso di un serpente e che Orfeo,disperato,andò a riprendersela dal regno dei morti per poi perderla per sempre in quanto non seguì il consiglio di Ade e Persefone di non guardarla prima di essere usciti fuori l’oltretomba. A conclusione di questo immenso capolavoro vi è la prodigiosa The Secrets Of The Earth che spegne la magia di uno degli album più virtuosi della storia del metal partorito dall’unione di vari generi estremi,creando una sola musicalità grazie all’inarrivabile fantasia e formidabile estro artistico degli Stormlord.

LINE UP
Cristiano Borchi,voce
Pierangelo Giglioni,chitarra
Francesco Bucci,basso
David Folchitto,batteria
Simone Scazzocchio,tastiere

FONTI


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